In Ticino si contano 200 Patriziati e circa 90’000 Patrizi. Una folta rappresentanza di loro ieri si è riunita a Biasca per l’assemblea dell’Alpa, l'Alleanza patriziale ticinese, ovvero l'ente che li raggruppa e difende i loro interessi. Tanti i temi sollevati, a partire da quello più attuale, la gestione del lupo. “Molti, se non tutti gli alpeggi sono di proprietà dei Patriziati, che hanno fatto nei decenni, e anche recentemente, dei grossi investimenti per salvaguardare e mantenere questo tipo di attività”, commenta ai microfoni di Ticinonews il vicepresidente dell’Alpa Athos Tami. L’arrivo del grande predatore “mette fortemente in pericolo questo tipo di allevamento e la nostra preoccupazione è che un po’ alla volta gli alpeggi vengano abbandonati e nessuno voglia più caricarli”.
La questione dei rustici
Altro tema attuale è quello dell’abbandono dei rustici. Secondo i Patriziati, per non perdere questo patrimonio bisogna spingere i proprietari a restaurarli e le autorità a favorire tale processo. “Anche questo è un problema che necessita della giusta soluzione”, conferma Tami. Altrimenti “assisteremo vieppiù all’abbandono dei rustici in montagna. Un vero peccato per la storia e per le tradizioni”.
Patriziati protagonisti
Nel frattempo, il Cantone sta portando avanti uno studio strategico sui Patriziati che mira a potenziare il loro ruolo. “La visione è quella di avere dei Patriziati che siano protagonisti nella vita economica sociale e culturale, per mantenere le nostre tradizioni”, spiega il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. “Sono una radice profonda, che deve essere valorizzata, così come il loro patrimonio, il quale è a beneficio di tutta la collettività e, anzi, viene spesso goduto maggiormente dai cittadini non patrizi. Crediamo nei Patriziati ticinesi come animatori del nostro territorio, ma anche come istituzioni locali”.