Ticino
Dal GC luce verde per il centro educativo
© CdT/ Chiara Zocchetti
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Redazione
3 anni fa
Il Parlamento ticinese ha approvato il progetto, che prevede un costo di 3,3 milioni

Ampio consenso oggi in Gran Consiglio ad un centro educativo chiuso per minorenni problematici in Ticino. “Complice anche la pandemia, il disagio giovanile è sempre più presente e i ragazzi vanno aiutati”, dicono i deputati. Ma per i socialisti la struttura dovrebbe essere gestita dallo Stato, non dai privati.

Il progetto
Si parla della realizzazione di un centro educativo chiuso per minorenni con problemi comportamentali gravi, che né la famiglia, né le istituzioni sono in grado di gestire. Centro dal costo di 3,3 milioni previsto ad Arbedo-Castione e la cui gestione sarà affidata alla Fondazione Vanoni a condizione che le autorità federali approvino un suo progetto pedagogico. Sono previsti 10 posti letto, di cui uno destinato a chi deve espiare pene detentive di breve durata, ossia un massimo di 14 giorni.

Le modifiche
Una struttura sostenuta a larghissima maggioranza, nonostante le paure manifestatesi negli anni - c’è anche un Coordinamento che si oppone -, che si trasformi in una sorta di carcere minorile. Gli interventi dei deputati hanno invece voluto sottolineare l’intento di un percorso educativo, di supporto. Inoltre, il messaggio governativo, su spinta socialista, è stato anche modificato: sono state tolte le misure di contenzione fisica e farmacologica e ci sarà la possibilità di fare ricorso.

I favorevoli e i contrari
Per PLR, Lega, PPD, PS, UDC, Verdi e Più Donne il centro è dunque una necessità. Contrari ad un centro chiuso, invece, l’Mps, che ha parlato di risposta sbagliata a un problema reale, da affrontare più con la prevenzione, anche se, citando la deputata Angelica Lepori Sergi, “dall’intervento di alcuni deputati sembra che fuori di qui ci sia il Bronx”. Contrario anche il Partito Comunista che ha parlato di “approccio repressivo”. Maura Mossi Nembrini (Più Donne) nel suo intervento ha detto che: “Oggi non deve passare il messaggio che in Ticino ci sono giovani in difficoltà, bensì che il Ticino vuole aiutare i giovani”.

Un ma si è però sollevato anche dall’ala socialista. Pur sostenendo il centro, con un emendamento il PS chiedeva che la gestione del centro fosse affidata al pubblico e non alla Fondazione Vanoni, proprio per evitare derive. La maggioranza del Gran Consiglio ha comunque respinto l’emendamento. Parte dei socialisti e dei Verdi si sono quindi astenuti dalla votazione

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