Ticino
Dazi sui farmaci, Poli: "Rischiano di ribaltarsi sui cittadini USA"
Redazione
2 giorni fa
Il presidente di Farma Industria Ticino Piero Poli commenta l'annuncio di Trump di una possibile applicazione dei dazi anche sul settore chimico-farmaceutico.

"Stiamo valutando l'ammontare che sarà abbastanza per portare nel paese i farmaci e le società farmaceutiche. Non vogliamo più dover dipendere da altri paesi come durante il Covid". Con queste parole Donald Trump ha ribadito l’intento di applicare a breve dazi anche sul settore chimico farmaceutico. A chi gli ha chiesto se l’asticella sarà posta al 15%, il presidente degli Stati Uniti ha risposto in maniera elusiva, ammettendo che la soglia precisa è ancora in fase di valutazione.

L’impatto per la Svizzera

La scure sui farmaci rappresenterà sicuramente una sfida per la Svizzera, la cui industria è molto esposta nei confronti degli Stati Uniti, che rappresentano il mercato farmaceutico più grande al mondo, ma anche oltre il 40% delle vendite globali per grandi aziende svizzere come Novartis e Roche. Nel complesso, i prodotti esportati dalla farmaceutica svizzera negli USA rappresentano circa la metà (140 miliardi) delle esportazioni totali della Confederazione (nel 2025 hanno toccato i 283 miliardi).  

I contraccolpi

Eventuali dazi rappresenterebbero di certo una sfida, ma l’ipotesi di un fuggi fuggi verso gli States è inverosimile, secondo Piero Poli, presidente di Farma Industria Ticino. “Dobbiamo dividere il mercato in due macroaree: le multinazionali che hanno aziende produttrici negli USA e quelle che non hanno un'attività presente sul territorio americano”, precisa Poli ai microfoni di Ticinonews. “Per le prime è molto più facile perché significa portare un prodotto dalla produzione svizzera alla produzione locale, passando dalle attività regolatorie e i tempi di attesa ministeriali locali. Per un'azienda più piccola che non ha un sito produttivo negli USA vuol dire partire da zero. A quel punto il presidente sarà cambiato prima di avere un prodotto sul territorio americano”. Per il presidente di Farma Industria Ticino ci saranno comunque dei contraccolpi e una perdita di competitività. “Bisogna capire se tutti gli Stati che vengono colpiti hanno la stessa tipologia di dazi oppure ci saranno dei dazi differenti”.

Chi paga il prezzo più alto

È ancora difficile fare previsioni finché non ci sarà una decisione definitiva. Ma uno scenario verosimile è che i consumatori americani rischiano di pagare il prezzo più alto di queste politiche. "In Europa e in Svizzera i prezzi dei farmaci sono gestiti non dalle aziende farmaceutiche, ma dagli Stati"; sottolinea Poli.  "Negli USA invece è un mercato molto più libero. Il rischio che il consumatore finale abbia un incremento di costi e quindi un prezzo più elevato per lo stesso farmaco è abbastanza alto".

Farmaci a rischio

Questo sempre che le aziende farmaceutiche americane non riescano a sostituire la domanda estera, aumentando la concorrenzialità rispetto alle controparti europee. Due le tipologie di farmaci piu a rischio: “Possiamo parlare dei generici, dove ci sono più player a livello locale, ma anche dei principi attivi, dove vale lo stesso discorso. Dove c'è un monopolio è più difficile che ci siano delle ripercussioni: un farmaco salvavita in caso di carenza può avere delle conseguenze molto gravi sul paziente finale”.

Un incremento in Europa?

I prodotti chimico-farmaceutici sono anche tra i principali beni scambiati tra la Svizzera e l’Unione Europea per la quale la Svizzera è il secondo fornitore dopo gli Stati Uniti. "L'Europa è un mercato molto vasto. Sono mercati dinamici, non credo si possa sostituire l'uno con l'altro. Un incremento di vendite in Europa potrebbe essere qualcosa di possibile".