
Dopo la partenza, annunciata per fine giugno, dell'attuale Segretario di stato alle questioni finanziarie internazionali, Jacques de Watteville, "speriamo in un cambiamento di rotta della politica seguita finora dal Dipartimento federale delle finanze (DFF), troppo dipendente dal sostegno della sinistra". Lo ha dichiarato all'ats il Consigliere nazionale ticinese Marco Chiesa (UDC). Per Chiesa, le premesse ci sono tutte, considerata l'avanzata in Parlamento delle forze "borghesi". Quanto ai negoziati con Roma, a suo dire il risultato ottenuto non soddisfa.
La partenza della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf (criticata dall'UDC - ma non solo, n.d.r - per lo zelo profuso nell'abbandono del segreto bancario e il passaggio allo scambio automatico di informazioni), e l'arrivo del democentrista Ueli Maurer è di buon auspicio, secondo Chiesa.
Quanto a De Watteville, il Segretario di stato è stato il braccio armato di Widmer-Schlumpf e della politica del Consiglio federale, ha sostenuto Chiesa. Se a livello di negoziati multilaterali l'attuale Segretario di Stato non ha fatto altro che implementare la politica di Widmer-Schlumpf - troppo dipendente dalla sinistra per Chiesa -, nei negoziati bilaterali con Roma sulla tassazione dei frontalieri si poteva ottenere qualcosa di più, specie per quanto riguarda la quota di imposta attribuita al Ticino.
"Invece dell'80% si è ottenuto solo il 70%, un po' poco specialmente se si considera che l'Italia potrebbe incassare centinaia di milioni di euro in più dal nuovo sistema, mentre al Ticino andrebbero al massimo 15 milioni", ha sottolineato.
Considerati i problemi generati dai frontalieri, come l'aumento del traffico e del dumping salariale, e le inadempienze a livello di infrastrutture da parte dell'Italia, "non ci si può dire soddisfatti da quanto raggiunto nelle trattative".
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