
“La sorpresa c’è stata, perché non mi aspettavo una decisione così forte da parte del Consiglio della Magistratura”. Così l’avvocato Fulvio Pelli, ospite della trasmissione “Radar" in onda ieri sera sul TeleTicino, si è espresso commentando la destituzione con effetto immediato “per aver gravemente violato i loro doveri di magistrato,” decisa dal Cdm nei confronti dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Questi ultimi, lo ricordiamo, hanno denunciato per il reato di pornografia il Presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani.
I dubbi sulla motivazione
La destituzione “è la sorte peggiore che possa toccare a un giudice, ma la motivazione addotta, a mio parere, non è del tutto convincente”, ha spiegato Pelli. “In questo Paese vengono fatte migliaia di querele inutili che finiscono in niente. Forse la colpa di questi due giudici è di non aver fatto una previsione molto azzeccata di ciò che sarebbe successo con quella querela (sorride, ndr). Forse è un loro difetto..”. Secondo Pelli, se la decisione della sospensione fosse stata presa “per ristabilire un sistema funzionante, alla luce del fatto che questi giudici non sono più compatibili, avrei potuto capirla. Ma io non avrei motivato la scelta spiegando che ‘è stata fatta una querela pur sapendo che sarebbe stata respinta’”.
Nessuna alternativa?
In ogni caso, “la risoluzione del problema può passare anche attraverso una rimozione, perché sembrava vi fosse ormai un’incompatibilità: o qualcuno prendeva il posto di Quadri e Verda Chiocchetti, spostando i due giudici in camere diverse del Tribunale, oppure andare avanti così non era possibile”. Non vi erano quindi alternative? “L’alternativa è sempre quella di riuscire a parlare con la gente, metterla a un tavolo e dire ‘adesso basta’. In altri tempi forse sarebbe stato possibile”. Qualcuno vede nella decisione del Cdm la volontà di zittire chi denuncia... “Come detto in precedenza, siamo pieni di denunce. Il procuratore generale del Ticino continua a dover decidere su casi politici, che finiscono sempre in nulla. L’istituto della querela esiste. Lo si può togliere, e abbandonare così la democrazia, oppure mantenere, e lasciare alla Giustizia il compito di uscire da queste situazioni. E nel caso specifico, la Giustizia ne è uscita, però male", ha concluso Pelli.