
Di inquinamento si muore, anche in Svizzera. Nel nostro Paese, infatti, ogni anno si registrano da 2'200 a 2'800 decessi per patologie legate all’inquinamento. In pratica, ha spiegato ieri il domenicale il Caffé, ogni 24 ore si registrano da 6 a 7 vittime per malattie polmonari, soprattutto tumori, o disturbi cardiovascolari. Sotto accusa polveri fini, scarichi d’auto e altre sostanze tossiche che ogni giorno si respirano per strada.
In Ticino si possono calcolare indicativamente 150 decessi l’anno. Una stima fatta anni fa sulla base della popolazione svizzera, non essendoci statistiche a livello cantonale. "Ma i numeri non si dovrebbero discostare molto", ha spiegato il dottor Andrea Bordoni, responsabile del Registro cantonale dei tumori.
Nel nostro Cantone, non è una sorpresa, il livello di inquinamento più alto si registra in particolare in zone come il Mendrisiotto, dove più volte si è levata la protesta anche di comitati spontanei, oltre quella recente dei sindaci.
"Se una persona ha già una malattia cronica, cardiovascolare o polmonare, il tasso di inquinamento non lo aiuta di certo e per lui aumentano i rischi", ha spiegato al Caffé il dottor Hans Stricker, caposervizio del reparto di angiologia interventistica presso l’Ospedale di Locarno. "Il problema, la minaccia è in particolare il C02. E per eliminare questa fonte di inquinamento bisogna invertire le proprie abitudini. Cominciando a usare auto elettriche, sfruttando il fotovoltaico, utilizzando forme alternative di energia per riscaldamento. Ma purtroppo non siamo in un’isola e serve una strategia complessiva e integrata".
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata