Dietro al fatto di sangue di Monte Carasso, consumatosi ieri lungo l’argine del fiume Ticino, ci sono gli strascichi di un matrimonio finito. L’ex marito ha aperto il fuoco mentre la donna stava correndo assieme a un’amica e ha poi rivolto l’arma contro sé stesso. Il dramma ha scosso un’intera comunità e lascia due ragazzi poco più che maggiorenni senza genitori. Un omicidio-suicidio difficile da prevedere e da comprendere, ma che purtroppo non è raro, spiega il criminologo Franco Posa. “Sono situazioni che ahimè dal punto di vista della dinamica criminale sono ben note e in letteratura anche ampiamente studiate”, racconta ai microfoni di Radio3i.
Le motivazioni che possono portare a un gesto così estremo sono diverse, spiega l’esperto. “Le motivazioni che sostengono l’omicidio-suicidio sono molte e sono legate al rapporto di coppia che si è disfatto in modo traumatico. Ogni situazione è comunque a sé, ma quasi sempre si identifica una dipendenza nei confronti del proprio partner. Insorgono allora sentimenti di disperazione, di colpa, di sensazione di perdita non più rimediabile. A volte subentra quell’atteggiamento delirante di voler ricongiungersi con la persona amata dopo la morte. È un rapporto simbiotico che si interrompe e il trauma porta al crescere di un’evoluzione che purtroppo è drammatica”.
Sebbene possano esserci segni di un disagio, è molto difficile prevenire questi casi, prosegue il criminologo. “In questi eventi c’è una premeditazione e a volte una dichiarazione della volontà. Il problema è che bisogna avere gli strumenti adeguati per identificare il rapporto tra dichiarazione di volontà nei confronti di un certo atteggiamento e il reale fattore di rischio. Colui che minaccia un atto così importante non va mai trascurato. Ma sono pochi i territori dove esistono strutture efficaci capaci di identificare il rapporto tra dichiarazione e pericolo. È un’attività molto complessa, difficile da gestire. La stessa letteratura dimostra che è molto difficile raggiungere il successo desiderato, cioé la prevenzione”.
Vittime di questi eventi sono spesso donne sebbene sia un meccanismo che potrebbe venire nella mente di chiunque. Perché? “La donna ha un ruolo fondamentale all’interno della coppia”, spiega Posa. “La dipendenza è data dal fatto che se viene a mancare la donna, manca un rapporto che è umano, quotidiano, amoroso, che dà stabilità. Per il partner viene demolita una struttura che è indispensabile sotto tutti i punti di vista”.
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