Ticino
Diga di Carmena, i pescatori ticinesi sul piede di guerra
Redazione
un giorno fa
Si è svolta oggi l’assemblea delle federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca. Le nuove regole sulla pesca e la gestione delle acque pongono sfide ai pescatori ticinesi, tra restrizioni sulle catture e deflussi minimi non rispettati. Il settore chiede interventi per garantire la tutela dei corsi d'acqua e il rispetto delle normative ambientali.

Per i pescatori ticinesi il 2024 è stato uno degli anni più impegnativi dell’ultimo ventennio. In cima alle sfide: la definizione del nuovo regolamento sulla pesca la cui adozione ha portato a una diminuzione delle catture giornaliere da 10 a 6 per i salmonidi a eccezione del temolo. Inoltre la misura minima è salita da 24 a 26 cm per praticamente tutti i corsi d’acqua. Meno apprezzato ma comunque accettato il contingente massimo annuale dei salmonidi deciso dal Cantone, ora fissato a 80 unità. Ma sul tavolo restano due temi spinosi con un denominatore comune: i deflussi minimi. Da un lato la nuova legge sulla gestione delle acque, dall’altro – partiamo da qui – il futuro della diga di Carmena, in valle Morobbia.

"Infrazione a una legge federale"

"La concessione di questa struttura e questa diga è scaduta da 9 anni", spiega Urs Luechinger ai microfoni di Ticinonews. "Non si riesce a capire come mai quanto prospettato e in fase di progetto, ovvero il rilascio di un certo quantitativo di acqua da subito, non si è ancora applicato dopo tutti questi anni. Adesso basta, siamo molto arrabbiati. Noi pescatori abbiamo fatto i nostri sacrifici e di più non riusciamo a fare, perché c'è comunque un problema sui corsi d'acqua del calo della presenza di trota fario. Se necessario", continua Luechinger, "siamo pronti a passare per vie legali. Vediamo cosa salta fuori in questi prossimi giorni, ma c'è un'evidente infrazione a una legge federale sulla protezione delle acque, che non è una cosa da poco."

La richiesta al Dipartimento del territorio

"Noi chiediamo al Dipartimento del territorio ciò che il progetto prevede", afferma Luechinger, "ovvero il rilascio di 300 litri/secondo dalla diga e di 30 litri/secondo dalla Val Maggina, che è una valle laterale, per un totale di 330 litri/secondo, che sono 9 anni che non sono stati dati e quindi adesso basta, li vogliamo nel fiume. Il Dipartimento ha promesso di interessarsi alla questione e sentiremo poi quali sono i risultati. Finalmente", aggiunge Luechinger, "la nuova legge sulla gestione è stata varata in prima seduta del Gran Consiglio il 20 gennaio, dopo che qualcuno l'ha infilata nel cassetto per diversi anni, senza fare nomi e cognomi. I due nuovi relatori, Schneemann e Tricarico, due persone che io apprezzo molto hanno segnato finalmente il goal che era necessario. Questa legge permette dunque di tornare su una decisione cassata dal Tribunale amministrativo di un rilascio di acqua risarcito alle aziende ancor prima della scadenza delle concezioni."

Le due varianti - variante dura

Delle risposte sono attese anche per quanto riguarda lo svuotamento del bacino di Malvaglia gestito da OFIBLE (Officine idroelettriche di Blenio SA). In ballo ci sono due varianti: "C'è una variante dura, quella un po' classica", spiega Luechinger, "ovvero di aprire le paratoie alla base della diga e lasciar fuoriuscire tutti questi sedimenti: si tratta di duecento metri cubi, un ingentissimo quantitativo, che si è accumulato nei decenni all'interno del bacino. Evidentemente il rilascio improvviso annienterebbe in modo determinante tutto il tratto di fiume del fiume Orino, quello di Malvaglia, quello del Brenno fino alla confluenza del Ticino e dal Ticino fino alla resa della centrale di Biasca."

Le due varianti - variante soft

"L'altra variante quella più soft", continua Luechinger, "prevede di turbinare le acque con dentro i sedimenti alla centrale di Biasca, salvaguardando dunque tutti i tratti di fiume che ho citato, è comunque un'operazione che si estende sull'arco di 2 o 3 anni e sicuramente molto meno impattante, non lo dico io ma degli specialisti del ramo. Si mormora che la richiesta da parte di OFIBLE è proprio quella della variante dura. Chiaramente a loro costa molto meno, ma anche qui si aspetta un intervento da parte del Dipartimento del territorio", conclude Luechinger.