Dogana
Dimezzamento franchigia, Pamini: "Famiglie messe in difficoltà", Farinelli: "150 franchi a persona, non a nucleo familiare"
© CdT/Chiara Zocchetti
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Redazione
8 mesi fa
Un dimezzamento della franchigia IVA da 300 a 150 franchi. È questa la manovra che sta studiando Berna per le spese all'estero. Luce verde dalla commissione dell'economia e dei tributi del nazionale, ora si attende una decisione da parte del consiglio federale. Pamini: "Famiglie e persone a basso reddito messe ulteriormente in difficoltà". Farinelli: "Si tratta di 150 franchi a persona: una famiglia di 4 è quindi esentata fino a 600 franchi".

È stato approvato martedì dalla Commissione dell’economia e dei tributi del Nazionale il progetto governativo sull’abbassamento della franchigia IVA sulle spese all’estero. Un discorso che si è intrapreso nel 2021 quando il parlamento aveva accolto una mozione per dare seguito a due iniziative di San Gallo e Turgovia, entrambi cantoni di confine. Nel novembre del 2023 il Dipartimento federale delle finanze ha poi proposto di ridurre il limite di franchigia da 300 a 150 franchi. Tema discusso nella Commissione dell’economia e dei tributi che proprio ieri ha approvato, seppur in maniera risicata, (12 favorevoli contro gli 11 contrari e 2 astenuti).

Pamini: “Famiglie e persone con basso potere d’acquisto messe in difficoltà”

Un dimezzamento che preoccupa alcune figure politiche come quella del consigliere nazionale UDC Paolo Pamini. “Se penso a regioni come il Mendrisiotto, già sotto pressione a livello salariale, quella della franchigia IVA è una delle poche valvole di sfogo, nonché uno dei pochi vantaggi di vivere in una zona di frontiera. Penso in particolare alle famiglie o alle persone con un basso potere d’acquisto, e questa è la motivazione più importante. Inoltre, c’è un motivo economico: andando a fare la spesa in Italia non si danneggia l’economia svizzera, perché i franchi spesi oltreconfine in realtà non possiamo spenderli. Ma c’è qualcuno sul mercato internazionale dei cambi che li compra per acquistare un bene svizzero. D’altro canto, l’industria al dettaglio assume per lo più frontalieri, dunque favorendo la spesa locale non si va a sostenere la manodopera locale”.

Farinelli: “Si parla di 150 franchi a persona, non per nucleo familiare”

Allo stato attuale, una persona che decide di andare a fare la spesa oltre confine ha un tetto massimo di 300 franchi. Superata questa cifra il totale è soggetto all’IVA. Un dimezzamento della franchigia a 150 franchi diminuirebbe quindi il potere d’acquisto della persona. Una misura che permettere l’equità di trattamento tra i due Stati. A pensarlo Alex Farinelli, consigliere nazionale PLR. “Penso che sia corretto dire che se non si paga l’IVA in Italia allora la si paga in Svizzera e viceversa. Questa vuole anche essere una misura di equità di trattamento verso i nostri commercianti. Inoltre, c’è la questione che riguarda l’argomentazione secondo la quale le famiglie che fanno fatica a tiare fine mese saranno in difficoltà con questa nuova franchigia. Ma i 150 franchi sono pensati per persona, bambini compresi: quindi se una famiglia di quattro persone va in Italia a fare la spesa può spendere fino a 600 franchi senza essere assoggettata. Il fatto che un nucleo famigliare possa spendere più di questa cifra in spesa alimentare ogni mese non la ritengo quindi una valida argomentazione”.

Aumento della burocrazia doganale

Altra problematica sollevata è l’aumento della burocrazia in dogana. Per Pamini un ostacolo per i nostri valichi. “Non so se al valico di Ponte Tresa o del Gaggiolo – così come nel resto dei valichi minori – ci sia lo spazio per far fermare tutte le auto che devono dichiarare la spesa sopra i 150 franchi”. Al contrario Farinelli crede che la digitalizzazione possa ovviare al possibile problema. “Coloro che lavorano in dogana sono lì per svolgere proprio questo mestiere. Quindi lo svolgeranno. La digitalizzazione aiuta sicuramente e va detto che già oggi, soprattutto i cittadini, chiede lo scarico dell’IVA sta già svolgendo delle pratiche, dunque non viene richiesto niente di diverso da quanto sta già facendo”. Discussione ora girata alla Commissione economia degli Stati. Si attenderà poi la decisione del Consiglio Federale.