Il Tribunale penale cantonale (TPC) è sempre più scarno. Con le dimissioni del presidente Mauro Ermani, che ha annunciato oggi di lasciare per motivi di salute, gli unici due giudici rimasti sono Marco Villa e Amos Pagnamenta. Gli altri due giudici, Siro Quadri e Verda Chiocchetti, sono in attesa di una decisione sul ricorso inoltrato contro la loro destituzione, decisa dal Consiglio della Magistratura, a seguito del caso divenuto noto come “Caos TPC”, in cui è coinvolto lo stesso Ermani. I termini di disdetta per un giudice d’appello, ricordiamo, sono sei mesi. Ma viste le sue condizioni di salute, Ermani ha chiesto di poter lasciare il più presto possibile il suo ruolo. Ora toccherà all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio indire un concorso. Le dimissioni di Ermani potrebbero inoltre accelerare le procedure per la nomina di un procuratore straordinario, già avviate vista la destituzione di Quadri e Verda Chiocchetti. Non si dovrebbe dunque attendere una decisione della commissione di ricorso sulla Magistratura sull’effetto sospensivo vista la mancanza di tre quinti del tribunale. Di fronte a questa situazione, serve organizzazione, specifica Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, ai microfoni di Ticinonews. “Va prima di tutto espressa vicinanza. Quando si parla di salute al centro c'è la persona e auguro a Mauro Ermani di riprendersi”, puntualizza Gobbi. “In questo momento il tribunale ha solo due giudici ordinari operativi. Questo richiede organizzazione. Va data priorità a coloro che sono in attesa di giudizio e in privazione di libertà (sia preventiva o in espiazione anticipata) rispetto a chi è in attesa di giudizio, ma a piede libero”.
La giustizia è un potere separato. In questi casi straordinari le regole di gestione della giustizia rallentano il tempo necessario per coprire il buco?
“Queste dimissioni devono essere affrontate dal Gran Consiglio con la pubblicazione di un concorso per la nomina di un nuovo giudice. Ci sono i giudici destituiti per cui dobbiamo attendere la decisione della Commissione di ricorso sulla magistratura sull'effetto sospensivo. Una volta deciso, vedremo se dovremo nominare un giudice supplente. Al contempo il tribunale d'appello sta trovando degli accorgimenti per migliorare l'apporto che i giudici supplenti danno ai giudici ordinari nel funzionamento del TPC.
Avete già potuto parlare con i vertici del tribunale d'appello?
“Ci siamo confrontati durante il periodo natalizio nell'ottica di pianificare le varie supplenze. Questa nuova necessità sorta oggi dovrà essere affrontata. La nomina del nuovo giudice è di competenza del Gran Consiglio. Valuteremo con il Consiglio della Magistratura e con il Tribunale d'appello se sarà necessario avere un giudice supplente in più”.
"Comunque vada andrà a finire male" aveva detto. Pensa che il Ticino porterà avanti il suo sistema giudiziario penale?
“Si è parlato spesso e soprattutto fuori luogo di “caos” al tribunale penale cantonale, che ha continuato a funzionare e anche bene. I processi agendati si sono svolti e sono state emesse delle sentenze. Quando si viene nominati o eletti all'interno di un collegio (sia legislativo, che esecutivo o giudiziario), per il buon funzionamento dobbiamo mettere il nostro ego in secondo piano rispetto al buon funzionamento di queste istituzioni, che non sono fine a sé stesse, ma un servizio alla cittadinanza”.