Non suscita preoccupazione l’inquinamento da diossine del suolo ticinese: è questa la posizione della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (Spaas) del Dipartimento del territorio dopo il monitoraggio dei valori della sostanza frutto di combustione incompleta, per esempio di rifiuti, effettuato su campioni di suolo di tutto il cantone, ma in particolare delle aree adiacenti all’Impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Giubiasco e degli ex impianti di Bioggio e Riazzino. Intorno a questi ultimi due, tuttavia, la presenza di diossine nel suolo è più marcata.
A Manno i valori più alti
I valori misurati sono tutti risultati inferiori al valore di guardia di 20 ng I-TEQ/kg. I più alti (14,6 ng I-TEQ/kg) si sono registrati a Manno, nelle vicinanze del vecchio impianto di Bioggio. Alcuni mesi fa le autorità vodesi avevano lanciato l’allarme per un inquinamento da diossina nel suolo della capitale Losanna, che era stato ricondotto proprio a un vecchio impianto di incenerimento dei rifiuti. Nel punto più compromesso era stata misurata una concentrazione di inquinante nel suolo superiore addirittura ai 100 ng I-TEQ/kg, tanto che alcune aree gioco per bambini erano state chiuse per precauzione e per altre strutture per bambini si sono dovuti adottare accorgimenti tecnici.
“Non come a Losanna”
La Spaas ribadisce che “non sussiste una situazione problematica e analoga a quella riscontrata a Losanna”, sebbene intorno agli ex impianti di Bioggio e Riazzino “i residui di diossine possano essere mediamente più elevati rispetto ad altri suoli del Cantone”. “Nel corso del 2022, la Spaas effettuerà ulteriori verifiche analitiche per irrobustire questi primi risultati rassicuranti, estendendo inoltre la misurazione di diossine nel suolo ad altri comparti”. Alle nostre latitudini, il termine “diossina” ricorda ancora soprattutto il disastro ambientale di Seveso del luglio del ’76, che ebbe importanti conseguenze sull’ambiente e sulla salute delle persone residenti nella zona.
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