![©Gabriele Putzu](https://dexter-cdn01.gruppocdt.ch/ticinonews/stories/2025/02/10/960x640/a7bc7061-af0d-4d25-b192-fcd028e72e66.jpeg)
Alzi la mano chi ieri ha votato. In Ticino, su 10 aventi diritto, eravate solo in tre. La partecipazione è stata tra le più basse in assoluto (34%), anche in quanto ci si doveva esprimere su un unico oggetto federale. Di temi cantonali, infatti, non ce n'erano. Sul sito della Cancelleria federale sono pubblicate le date di votazione in bianco: si tratta di una domenica per ogni trimestre fino al 27 novembre 2044. Quel giorno voteranno dei 18enni che oggi non sono ancora nati.
Un'eccezione
Questa pianificazione decisamente lungimirante può sorprendere, ma in ogni caso non riesce ad evitare dei cortocircuiti come quello capitato ieri. Sulla questione, il Cantone non ha voce in capitolo e subisce le decisioni di Berna, sebbene faccia il possibile per coordinarsi. Secondo il consulente giuridico del Consiglio di Stato Francesco Catenazzi, una situazione come quella verificatasi ieri è piuttosto eccezionale. "Questa pianificazione solitamente permette a Cantoni e Comuni di coordinare votazioni di livello differente". Non conveniva però accorpare questo ad altri oggetti per rendere più accattivante la chiamata alle urne? "Negli ultimi anni è successo solo raramente che si votasse solo su un oggetto federale. L'ultima volta è successo nel 2019. In una certa misura, si possono accorpare più temi, ma occorre considerare che oggetti pronti per andare al voto non possono essere tenuti in sospeso".
Un tema, elettori assenti
Scorrendo l’archivio delle votazioni sul sito del Cantone, in effetti si osserva come la maggior parte delle volte l’elettorato sia stato chiamato ad esprimersi su ben più di un tema. Tra giugno e settembre 2021, il popolo si è espresso su 14 oggetti, con partecipazioni al voto più che dignitose attorno al 50%. Si contano sulle dita di una mano i casi di domeniche alle urne con un solo tema: la maggior parte delle volte, l’elettorato ha risposto assente. Come il 25 novembre 2012, quando gli svizzeri andarono a votare solo sulla legge sulle epizoozie, che venne approvata. In quell'occasione, in Ticino la partecipazione fu del 19%. Uno schiaffo alla democrazia diretta e soldi buttati via. Ma quanti? "Per il Cantone i costi non sono particolarmente elevati", risponde Catenazzi, che precisa che si tratta "essenzialmente dei costi per la preparazione dell'opuscolo informativo. Il costo maggiore è invece a carico dei Comuni, che devono inviare il materiale di voto a tutti i cittadini".