Si allargano le maglie della medicina della procreazione grazie alla revisione di una legge non più al passo con i tempi. A sostenerlo è la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider che oggi ha snocciolato le cifre: circa il 3% degli 80 mila bambini che vengono al mondo in Svizzera è risultato di metodi di procreazione assistita. Con le nuove modifiche si vuole consentire oltre alla donazione di sperma anche quella di ovociti. Per approfondire il tema abbiamo chiesto aiuto Marina Bellavia, direttrice sanitaria del centro Next Fertility di Procrea. “La donazione degli ovociti riguarda la tecnica alla quale fanno ricorso delle coppie che hanno delle precise indicazioni, che sono ad esempio la ridotta riserva ovarica, così come l’assenza delle ovaie – magari per pregressa chirurgia, per endometriosi o per tumori ovarici. Ci sono quindi indicazioni molto precise”.
Come funziona
L’ovocita viene quindi donato alla coppia che presenta un’infertilità femminile e viene selezionato secondo determinati criteri. “La donatrice viene scelta in base alle caratteristiche fisiche della paziente, quindi l’altezza, il peso, il colore degli occhi e dei capelli e, infine, il gruppo sanguigno. Gli ovociti vengono poi fecondati con gli spermatozoi del partner e dopo 5-6 giorni si ottengono gli embrioni evolutivi, ovvero i blastocisti”. Questi sono della coppia che fa ricorso alla donazione e normalmente, uno alla volta, vengono trasferiti nell’utero della paziente. “Quindi è lei che rimane incinta ed è lei che per 9 mesi nutrirà l’embrione. È un messaggio molto importante: è la paziente che condiziona l’espressione genetica del feto”.
Revisione di legge
Nella revisione di legge il Governo si spinge oltre, aprendo questa possibilità anche alle coppie non sposate. Il Dipartimento dell’interno dovrà elaborare una proposta entro la fine del 2026 e parallelamente risolvere una questione etica importante come la durata della conservazione dei gameti, oggi limitata a 10 anni. Capita infatti sempre più spesso che una giovane donna crioconservi i propri ovociti per disporne in futuro. “Con il limite attuale di 10 anni se una giovane donna di 30 anni può decidere di crioconservare i suoi ovociti fino ai 40 anni. Ma se una volta compiuti non ha un partner o se le sue condizioni mediche non permettono una gravidanza, gli ovociti andrebbero distrutti. Quindi dare maggiore margine per la conservazione e l’utilizzo è sicuramente d’aiuto alle donne, ma pur sempre nei limiti del ragionevole”. Per Bellavia, la legge porrà sicuramente un limite, che non sarà di 20 anni perché non si vogliono facilitare le gravidanze in età già avanzata. Rimarrà in ogni caso vietato ha precisato la consigliera federale in conferenza stampa il dono di embrioni, così come il cosiddetto utero in affitto.