Ticino
Dove vanno a finire le auto usate ticinesi?
Dove vanno a finire le auto usate ticinesi?
Dove vanno a finire le auto usate ticinesi?
Redazione
7 anni fa
Troppo malandate e con troppi chilometri per il mercato interno, la loro nuova vita è in Africa o nei Balcani

A molti di noi sarà sicuramente capitato di aver venduto l'auto usata, vuoi per l'elevato numero di chilometri raggiunti, vuoi per l'acquisto di una vettura più nuova. Ma dove vanno a finire le auto usate ticinesi? Nel nostro Cantone, spiega il Caffè, ci sono almeno una decina di aziende che ogni mese acquistano vetture d’occasione, alcune davvero troppo malridotte per avere mercato o per essere riprese dai concessionari. Dopo un controllo di routine, queste vetture (il Svizzera ben 156.293 nel 2017, quasi 500 al giorno) lasciano i confini nazionali e fanno rotta verso Africa e Balcani.

Un tempo, raccontano in un garage del Luganese, andavano in Polonia, Albania, Serbia, Romania, Bosnia. E Medio Oriente. Ma da qualche anno in quei Paesi sono scattate una serie di restrizioni sugli standard di emissioni, sul chilometraggio e sull’età delle macchine. Così il tragitto dell’usato ha rapidamente cambiato direzione. Oggi fanno capolinea in Niger, Benin, Marocco o anche in Lituania.

Ogni rivenditore elvetico fa capo a due, tre "commercianti" che il più delle volte pagano in contanti e si portano via le macchine. Eventuali difetti riscontrati, spiega l’Associazione svizzera per il riciclaggio al domenicale, "possono essere opportunamente risolti all’estero".

Quel che è certo è che si tratta di un mercato davvero interessante e che permette di sistemare e rivendere le tante automobili non ritirate dai concessionari, perché in Africa (che assorbe la fetta maggiore, attorno al 37% dell’export) e Balcani hanno un notevole mercato. Si tratta perlopiù di piccole vetture con valore attorno ai 3’000 franchi. I modelli di case automobilistiche molto conosciute come Mercedes, Bmw, Audi, Volvo, Volkswagen, oltre a Smart e Skoda, trovano invece agevolmente compratori in Arabia e in piccole percentuali anche in America latina e Asia.

Maggiori dettagli nell'edizione odierna del Caffè

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