
Cocaina e scontri tra gang, il fenomeno esplode in Europa e rischia di arrivare in Svizzera. Il vicedirettore di Fedpol ha lanciato l’allarme: "Il fenomeno preoccupa, a Ginevra abbiamo già assistito a sparatorie riconducibili a bande criminali”. Al centro di questa spirale di violenza, per il capo della Polizia giudiziaria federale e vicedirettore di fedpol, Yanis Callandret c’è l’esplosione del mercato della cocaina che sta attraversando l’Europa. Un mercato raddoppiato negli ultimi 10 anni anche in Svizzera e che si estende non solo ai centri urbani ma anche ai piccoli comuni rurali. Per Callandret l'Europa si trova confrontata con una vera e propria escalation di violenza fra gang. "Non c'è motivo di pensare” afferma “che la Svizzera verrà risparmiata questa guerra. Prima o poi succederà". Uno scenario che abbiamo commentato con il Responsabile della Sezione antidroga della Polizia cantonale Paolo Lopa, che rimane più cauto sul rischio di una simile escalation. “Confermo che a livello europeo è probabilmente in atto un'escalation dell'aggressività legata a fenomeni criminali.
Svizzera colpita, ma il Ticino?
"Per quanto concerne il Ticino fortunatamente non siamo ancora confrontati con una situazione del genere, anche perché qui il traffico di sostanze stupefacenti, quindi lo spaccio di queste sostanze, è appannaggio di organizzazioni albanesi, quindi non siamo ancora raffrontati con queste situazioni e spero non lo saremo mai, dove ci sono diverse bande che agiscono per accaparrarsi parte del territorio.” Organizzazioni albanesi che, secondo il vicedirettore di fedpol, si spartiscono il mercato svizzero della droga assieme ad altre organizzazioni criminali di punta, fra cui l'Ndrangheta, ma anche le bande nigeriane e i club motociclistici come gli Hells Angels. Ma, benché la cocaina sia molto richiesta anche alle nostre latitudini, per ora il Canton Ticino resta al riparo da fenomeni più estremi. “C’è però da dire che dove c'è una grande richiesta di una sostanza - che porta importanti utili - è più facile che venga poi a crearsi una sorta di lotta per avere più fette di mercato”. Tuttavia, Lopa non tende a drammatizzare la situazione fino a quel punto, “proprio come una rondine non fa primavera, uno scontro tra bande non significa il preludio di un’escalation di questi fenomeni. Va sottolineato che sono comunque situazioni che vanno tenute sotto controllo: al minimo campanello d’allarme bisogna cercare di intervenire”. Il Responsabile non esclude poi che la Svizzera possa diventare territorio di scontri, “ma oggi mi sento di tranquillizzare la popolazione. Poi magari fra sei mesi mi ritroverò a dire che la situazione è peggiorata al punto da rimangiarmi quanto detto oggi. Tutto sommato, in Ticino, la situazione è quindi abbastanza tranquilla”.
Aumento del consumo giovanile
A preoccupare, piuttosto, le autorità ticinesi è il consumo di stupefacenti fra giovani, oggi più propensi al loro utilizzo rispetto a qualche anno fa. “La mia paura è che una parte di giovani – perché non è assolutamente mia attenzione generalizzare – abbia più coraggio, quindi sia più disposta a provare determinate sostanze. Secondo me una volta si aveva un po’ di paura, che ancora oggi è presente, ma in maniera minore. È anche vero che al giorno d'oggi girano talmente tante sostanze che c’è l'imbarazzo della scelta. Inoltre, a volte si trova sul mercato e si consuma una sostanza che può essere particolarmente pericolosa e causare danni anche permanenti, sia fisici che mentali”, ha concluso Lopa.