
Due denunce sono state presentate al Ministero pubblico ticinese nei confronti di Philipp Plein, lo stilista tedesco con base a Lugano, più volte finito al centro della cronaca per le condizioni di lavoro dell’azienda, le campagne publicitarie additate come sessiste e le sue “corse” automobilistiche. A presentare i reclami, di cui riferisce oggi La Regione, l’Ispettorato del lavoro e la società Billionaire International Ag.
La prima è scattata l’estate scorsa e riguarda la presunta violazione della legge federale sul lavoro. Il sindacato OCST, ricordiamo, si era rivolto all’ispettorato del lavoro dopo che Plein aveva annunciato un taglio del personale poco dopo il primo lockdown nonostante gli aiuti della Confederazione e il ricorso al lavoro ridotto: da 110 dipendenti si era passati a 79.
La seconda denuncia risale all’autunno 2020 ed è stata presentata dalla Billionaire Italian Couture Srl per presunta amministrazione infedele e falsità in documenti. A monte vi sarebbero dei dissidi tra alcuni soci della società, creata nel 2016 a Lugano per promuovere il marchio, di cui Plein è presidente.
Il procuratore pubblico Daniele Galliano è titolare di entrambi i procedimenti e avrà il compito di approfondire le fattispecie. Plein dal canto suo non ha voluto commentare i procedimenti ai colleghi del giornale sopracenerino.
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