Carovita
E anche la pizza va su
© Shutterstock/Ticinonews
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Redazione
2 anni fa
Una pizzeria d'asporto di Melide ha affisso un cartello che comunica ai clienti un aumento dei prezzi di 20 centesimi a fetta e di 2 franchi a teglia. Alessandro Fontana (Mulino di Maroggia): "È una somma di fattori, ma l'elemento che ci preoccupa di più è l'aumento dei costi dell'energia".

"La mozzarella è aumentata del 60% rispetto a qualche mese fa, il pomodoro del 30%, così come la farina. E così via tutte le altre materie prime usate per la pizza. Per cui nostro malgrado abbiamo dovuto ritoccare leggermente i prezzi per potere contenere in parte le difficoltà di questo momento". Nella pizzeria d'asporto di Marco Bezzo a Melide, da qualche giorno è apparso un cartello: 20 centesimi in più per le fette, 2 franchi per le teglie, a causa del continuo aumento del costo delle materie prime. Tutto sale, e senza ritocco i conti non quadrano. L'aumento viene dichiarato e al cliente è motivato il perché. "Se avessimo dovuto aumentare i prezzi per il cliente in funzione dell'incremento subito, avremmo dovuto aumentare del 10%. Ci siamo però accollati l'onere del 50%, limitandoci a un aumento del 5%", spiega Bezzo.

La farina svizzera aumenta, ma meno di quella europea

A confermare l'importante aumento del costo delle materie prime alimentari è Alessandro Fontana, titolare del Mulino di Maroggia, che spiega però che gli aumenti nella Confederazione sono più contenuti rispetto all'Ue. "A marzo i prezzi internazionali sono quasi raddoppiati. Se nell'Unione europea un mio collega acquistava del grano per circa 230 euro a tonnellata, si è ritrovato a marzo 2021 ad acquistare lo stesso prodotto per circa 450 euro a tonnellata". Benché più contenuto, la Svizzera non è stata esente da questo aumento. "Quest'estate i contadini svizzeri sono stati confrontati a un aumento di costi legato al processo produttivo, come ad esempio il diesel da mettere nel trattore o i concimi usati al momento della semina. Oggi il grano di produzione nazionale svizzera costa tra il 10 e il 13% in più, a seconda della varietà, rispetto all'anno scorso". Secondo Fontana, quindi, l'aumento del costo delle fette e delle teglie di pizza deciso da Bezzo "è giustificato. Come detto dall'esercente, i 20 centesimi a fetta in più non si spiegano solo con la farina, ma con la somma di più fattori. Fra questi l'aumento del costo dell'energia, che secondo me è l'aspetto più preoccupante".

"Fino a settembre-ottobre non ne parliamo più"

Ai propri clienti l'azienda diretta da Fontana applicherà un aumento di 10 centesimi al chilo per la farina a partire dal prossimo 1° dicembre. Secondo Fontana, almeno per la farina, per un po' di tempo in Svizzera dovremmo essere tranquilli. "In Svizzera abbiamo il vantaggio che gli aumenti sono stati comunicati adesso e con grossa probabilità fino a settembre-ottobre 2023 non ne parleremo più. I nostri colleghi nell'Unione europea discutono con i propri clienti a livello settimanale. Il prezzo borsistico di oggi in Italia è di 420 euro alla tonnellata, rispetto ai 220 che pagavano un anno fa. Come però dicevo prima, l'aspetto che più è preoccupante, per noi ma soprattutto per i nostri clienti che sono grandi utilizzatori di corrente, è l'aumento dei costi dell'energia".

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