Ticino
Ecco come verrà calcolata la nuova imposta di circolazione
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 anni fa
Presentato oggi a Bellinzona il nuovo sistema di calcolo, che prevede due diversi parametri per le emissioni di CO2 e un coefficiente di moltiplicazione per tutte le vetture. Gobbi: “Una soluzione equa, che riduce di 20 milioni l’imposta di circolazione e che rispetta il verdetto popolare”. Scontenti gli iniziativisti. Passalia: "Il verdetto popolare non è stato rispettato".

È stato presentato oggi a Bellinzona il nuovo sistema di calcolo per ridurre l’imposta di circolazione dal 2023. Si tratta di un calcolo basato sul verdetto delle urne dello scorso 30 ottobre, quando la maggioranza dei ticinesi ha detto sì alla proposta de il Centro, sostenuta anche dalla destra. Una proposta che prevede di ridurre l’imposta di circolazione considerando quale unico parametro le emissioni di CO2. Un principio, ha spiegato il consigliere di Stato Norman Gobbi, che pone un problema tecnico.

Due sistemi per rilevare le emissioni di CO2

Ci sono due sistemi per rilevare le emissioni presenti nei veicoli: uno più vecchio (Nedc), i cui dati non corrispondono alla realtà; e uno più nuovo e conforme (Wltp), di cui per altro dispongono tutti i veicoli più moderni. Per evitare una disparità di trattamento e non penalizzare i veicoli più nuovi sono quindi stati adottati due differenti calcoli. Entrambi presuppongo una tassa base di 120 franchi, a cui sommare un importo differenziato di emissioni.

Un coefficiente di moltiplicazione

Ma non finisce qui. In base ai due calcoli il gettito complessivo ammonterebbe a 80 milioni. Troppo poco secondo il Governo, che propone quindi di applicare anche un coefficiente di moltiplicazione del gettito a tutti i veicoli. Nel 2023 il gettito ammonterebbe quindi a 87.7 milioni, nel 2024 a 91 milioni (attualmente è di 106 milioni, ndr.). “È una soluzione equa, che riduce di 20 milioni l’imposta di circolazione e che rispetta il verdetto popolare”, commenta il consigliere di Stato Norman Gobbi ai microfoni di Ticinonews. “Sarà una soluzione di transito perché con il cambiamento del parco veicoli anche il calcolo andrà adattato. Se consideriamo che nel 2022 quasi oltre il 50% dei veicoli immatricolati sono completamente elettrici o ibridi, significa che l'evoluzione del mercato sta andando in questa direzione”.

Un decreto legislativo urgente

Quello proposto oggi è un decreto legislativo urgente. Dopo l’approvazione del Gran Consiglio sarà infatti applicato senza possibilità di referendum. Nel 2023 si procederà invece con una modifica di legge in virtù del parco veicoli che continua a evolvere. “Si tratta di una soluzione ponte perché dobbiamo sanare il 2023 senza sfavorire i detentori dei veicoli più moderni e soprattutto correggere e garantire la base di calcolo per la moratoria che è stata votata dal popolo e prevista nel testo conforme all'iniziativa”.

Il calcolo per il coefficiente di moltiplicazione

Il coefficiente di moltiplicazione è previsto per tutti i veicoli. Ma su che base è stato calcolato? "È stato calcolato per raggiungere la perdita dei 7 milioni", spiega ancora Gobbi. "Si tratta di una parità di trattamento di carattere fiscale. Le imposte di circolazione le pagano tutti i detentori di veicoli. Ma non potevamo permettere di dire: la pagano solo quelli dei veicoli più moderni. Va applicato anche a chi ha veicoli più vecchi, che dal 2009 hanno comunque avuto un sistema di favore nell'ambito del calcolo di imposta di circolazione". Ma la misura era davvero necessaria in un momento in cui, proprio oggi, è stato annunciato un preconsuntivo migliore del previsto? Per Gobbi si. "Le preoccupazioni sul preventivo 2023 sono molto più marcate. Non c'è sicurezza sul fatto che la banca nazionale darà dei dividendi ai cantoni. E questo andrà potenzialmente a incidere sul risultato finale del 2023. Se già l'anno prossimo si andranno a incassare 20 milioni in meno, sicuramente è una risposta chiara agli obiettivi dell'iniziativa". 

Insoddisfatti gli iniziativisti

Il nuovo sistema di calcolo solleva però già qualche malcontento. Gli iniziativi non sono infatti soddisfatti del risultato, i quali chiedevano un plafonamento del gettito totale a 80 milioni. “Sono insoddisfatto perché evidentemente il verdetto popolare non è stato rispettato”, sottolinea Marco Passalia (Il Centro). “Nel 2023 i cittadini, tutti quanti, si troveranno un aumento del 13% dell’imposta di circolazione rispetto a quanto votato il 30 ottobre”. E le motivazioni di Norman Gobbi non convincono. “Si continua a piangere le difficoltà quando stiamo parlando di una spesa pubblica di 4 milioni di franchi, mentre noi stiamo chiedendo di lasciarne ulteriori 7 nelle tasche dei cittadini ticinesi”. L’iniziativa popolare lanciata nel 2017 chiedeva infatti di definire un tetto massimo a 80milioni, ribadisce Passalia. "Ora con questa ulteriore correzione per avere un trattamento paritario delle diverse categorie di auto, a tutti i cittadini è stata apportata una modifica. Non capisco perché non si è rispettata la volontà popolare di abbassare le imposte di circolazione e tenere i soldi nelle tasche dei cittadini”. Ora il tema verrà discusso dal Gran Consiglio, dove ci sarà margine per modificare le cose. “Assolutamente sì”, afferma Passalia, spiegando che “in Parlamento Il Centro spingerà affinché tutti coloro che ci hanno sostenuto nell’iniziativa, così come quelli che hanno dichiarato che avrebbero sostenuto le correzioni potranno sostenerci anche nell’implementare questa imposta di circolazione a beneficio di tutti i ticinesi. Qua non vince un partito, ma i ticinesi stessi”.

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