Si è dunque conclusa l’inchiesta per far luce sull’incidente stradale nel quale lo scorso novembre era stato coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi. Il procuratore generale ha deciso: il caso finirà di fronte a un giudice. "Smentita ogni illazione sul mio conto", commenta il direttore del Dipartimento delle istituzioni. "Ora si abbia il coraggio di scusarsi", incalza il suo legale Renzo Galfetti. Ticinonews ne ha parlato con qualche politico ticinese.
Bignasca: "Gli avversari vogliono attaccare il leader della Lega"
Il capogruppo della Lega Boris Bignasca difende il suo coordinatore: "L’inchiesta non è su Norman, ma è su altre persone. Come tutte le inchieste non dovrebbero essere commentate più di tanto, anche perché non si tratta della conclusione di un processo giudiziario, ma semplicemente dell'inizio. Detto questo è chiaro che è stato montato un casino perché Norman, oltre a essere consigliere di Stato, è diventato leader della Lega, un leader riconosciuto e che avevamo bisogno da qualche anno. Gli avversari sia mediatici sia politici lo riconoscono come leader, quindi trovano tutte le scuse per attaccarlo".
Dadò: "Se c'è favoreggiamento, c'è anche chi ha ricevuto un favore"
Nei corridoi di Palazzo delle Orsoline, Ticinonews ha incontrato anche il presidente del Centro. Fiorenzo Dadò, che aveva dato il via al caso con la sua interpellanza commenta: "Direi forse di abbassare due dita e di non fare troppi proclami a mezzo stampa, ne abbiamo già visti nei giorni scorsi. È evidente che se c’è un reato di favoreggiamento, c’è anche chi ha ricevuto il favore. A meno che si stava dormendo. Comunque lo diranno le inchieste. Al mio atto parlamentare bisognerà rispondere punto per punto in modo preciso, altrimenti non lasceremo perdere la questione, ma faremo ulteriori domande. I quesiti oggi non sono stati dissipati, ma sono aumentati". "Evidentemente c’è un problema politico e chi di dovere dovrebbe fare le sue riflessioni", conclude Dadò.
Ferrara: "Sono molto preoccupata, non va tutto bene"
Preoccupazione per le istituzioni è stata espressa anche dalla deputata PLR Natalia Ferrara: "È una settimana difficile per la magistratura, per le istituzioni sia a livello politico sia a livello umano. Penso a queste due persone e cerco di capire se davvero gli sbagli sono solo imputabili a loro, con tutto il rispetto per la decisione del procuratore generale, che non ho avuto modo di vedere. Da avvocato penalista e da ex magistrato sono stata la prima ad essere molto prudente nei mesi scorsi. Ho sempre detto che le inchieste non si fanno a Palazzo delle Orsoline o per strada, ma al Ministero pubblico. Il reato di favoreggiamento, quello che viene imputato - stando a quanto letto - a questi due agenti, è un reato molto chiaro: si favorisce qualcuno nel senso che lo si sottrae da un procedimento penale. Quindi si pongono dei temi giuridici, ma anche politici su quanto sia realmente successo e su quali sono le implicazioni per le istituzioni e per il Governo. Sono oggettivamente preoccupata. Non si è chiusa l’inchiesta e oggi possiamo dire con sollievo che va tutto bene: no, non siamo a questo punto, anzi".
Sirica: "Su Gobbi non è tutto chiaro"
Come ultima reazione politica, il co-presidente del PS Fabrizio Sirica, secondo cui ancora molto resta da chiarire: "Penso che molti si chiedano: come è possibile che ci sia un reato di favoreggiamento senza un favorito? È possibile che solo gli ultimi, i piccoli pesci, l’ultimo anello venga penalizzato e gli altri si siano comportati correttamente? Questa è una delle tante domande che merita una risposta molto precisa e chiara. Risposte che dovranno arrivare nell’ambito della risposta all’interpellanza che discuteremo in Gran Consiglio". Il socialista pensa che difficilmente arriverà a breve "visto il tempo che avranno le persone per valutare un possibile ricorso. L’iter giudiziario non è finito, ma in ogni caso la questione non è chiusa. Non si è fatta chiarezza, anzi, si sono moltiplicate le zone d’ombra e le domande rispetto a quanto fatto da Gobbi".