Una balena per invitare all’ascolto e alla riflessione. È l’obiettivo dell’opera installata in questi giorni al Parco Ciani di Lugano, denominata “Echoes-a voice from uncharted waters”, che vuole mettere il visitatore di fronte all’impatto delle sue azioni sull’ambiente che lo circonda. L’opera sarà a Lugano dal 25 giugno al 12 ottobre 2021.
5 tonnellate e 17 metri di lunghezza
L’opera, realizzata dall’artista austriaco Mathias Gmachl, è infatti dotata di un sensore che delimita un’area entro cui la balena può vivere indisturbata: interagendo rispettosamente con lo spazio vitale del mammifero marino, il pubblico può immergersi nel paesaggio sonoro di mari e oceani, un universo melodico, grazie alle registrazioni effettuate da esperti del suono con speciali idrofoni; se si avvicinerà troppo, sarà confrontato con l’inquinamento acustico: l’illuminazione dell’opera si attenuerà e i suoni diverranno sempre più silenziosi fino a scomparire completamente ed essere sostituiti dal rumore dei porti industriali, attirando l’attenzione sulle minacce che incombono sulle specie marine. Per rendere il suo aspetto più verosimile, l’artista ha progetto l’opera, dal peso di 5 tonnellate e 17 metri di lunghezza, insieme ad alcuni biologi marini sull’arco di un anno: le linee si ispirano al ventre striato delle balene, mentre i colori sono stati scelti per rappresentare tutte le creature marine.
“Un invito ad ascoltare e riflettere”
L’installazione trae spunto dalla famosa campagna di Greenpeace Save the Whales degli anni Settanta e intende sensibilizzare il pubblico sull’inquinamento acustico che altera gli itinerari e gli ambienti delle balene e più in generale sulla situazione in cui versano gli oceani e sul continuo e inarrestabile cambiamento climatico. I mari e gli oceani hanno un proprio paesaggio sonoro, importante per molti animali marini che usano i suoni per comunicare tra loro, orientarsi e sfuggire ai pericoli. Le attività umane, responsabili di varie forme di inquinamento acustico sono diventate sempre più rumorose, a scapito di molte specie animali, dai grandi cetacei alle meduse; i rumori che provocano compromettono le capacità uditive di questi animali, causando cambiamenti fisiologici e comportamentali, e in alcuni casi la loro morte. Con il suo lavoro, Gmachl ci ricorda che dobbiamo agire ora: “È il momento di sensibilizzare la gente e far conoscere i suoni sottomarini. Se come collettività riusciamo a rispettare gli spazi della balena, essa ci ripagherà con suoni misteriosi che giungono dagli abissi; se non saremo in grado di farlo ‘annegheremo’ nel rumore. La balena ci invita ad ascoltare, a riflettere e a raccontare storie. Storie che renderanno più tollerabile una situazione insopportabile”.
Servizio di Teleticino
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