Ticino
Edilizia, i costi schizzano alle stelle
Lara Sargenti
3 anni fa
Tempi difficili per il settore. I prezzi di alcuni materiali sono aumentati dell’ordine del 30%. Bagnovini, direttore SSIC: “Stiamo vivendo un’evoluzione preoccupante e alcune aziende lavorano in perdita”

La situazione attuale non fa dormire sonni tranquilli al settore dell’edilizia, confrontato con le incertezze legate al conflitto russo-ucraino. Le catene di fornitura dei materiali e dei loro prezzi sono infatti attualmente gravati da grande volatilità. Negli ultimi mesi, mediamente, si sono visti rincari di oltre il 30% di materiali come acciaio, legno, cemento, derivati del petrolio, carburanti e asfalto. Lo mostra bene un grafico presentato dal direttore della SSIC Nicola Bagnovini in occasione della 105esima Assemblea generale ordinaria che si è svolta oggi a Mendrisio. Indicativo è il prezzo dei tondini d’armatura, essenziali per il cemento armato: se a dicembre 2020 il prezzo era 100, come valore indicativo, oggi è salito a 240.

Una situazione pesante da gestire
A questa situazione si aggiunge un rallentamento della domanda di edilizia privata e l’aumento dei tassi d’interesse. All’orizzonte si annunciano dunque tempi difficili. Ma quant’è grave la situazione? “L’incertezza è pesante da gestire perché non sappiamo come evolverà la situazione”, racconta il direttore della SSIC Nicola Bagnovini. “Da due-tre mesi stiamo vivendo un’evoluzione dei prezzi di alcuni materiali davvero preoccupanti, alcuni aumenti sono pure settimanali. L’equilibrio geopolitico non ci lascia tranquilli. L’incertezza è sinonimo di difficoltà per gli investitori. Abbiamo anche difficoltà a calcolare delle offerte e formulare un prezzo attendibile anche solo fra due mesi”.

Imprese che lavorano in perdita
Per il momento, fa sapere Bagnovini, il materiale arriva ancora, anche se con dei ritardi, ma non è stato necessario chiudere dei cantieri. “Riusciamo a resistere”. Ci sono tuttavia aziende che lavorano in perdita. “Non è solo dovuto al conflitto”, spiega il direttore della SSIC. “Abbiamo una corsa al ribasso sui prezzi estenuanti: le riserve di lavoro nell’edilizia privata diminuiscono. Le imprese tendono dunque a mantenere il proprio organico e quindi fanno di tutto per acquisire. Questo vuol dire spesso abbassare i prezzi. Bisogna però avere un limite di decenza perché è facile sconfinare nella mala edilizia. Noi vigiliamo e invitiamo le imprese a calcolare bene le proprie offerte”.

Un tavolo tecnico di fronte alla crisi
Di fronte alla crisi Ucraina la SSIC si è subita attivata, chiedendo al Cantone l’istituzione di un tavolo tecnico per affrontare la situazione. Alcune risposte dall’ente pubblico sono già arrivate, spiega Mauro Galli, presidente SSIC. “Siamo riusciti a fare passare il messaggio che, in caso di blocco di cantieri per mancanza di approvvigionamento dei materiali, non verranno conteggiate penali. Questo è un primo risultato. Inoltre, abbiamo chiesto di mantenere gli investimenti messi in agenda dall’ente pubblico anche nel caso in cui gli aumenti dei materiali di costruzione siano corposi. C’è stato assicurato che il programma d’investimenti sarà mantenuto. Stiamo invece ancora attendendo una risposta su una modifica di contratto che concerne la fatturazione delle variazioni di aumento secondo un altro calcolo”.

Il nuovo CCL
Oltre alla situazione economica, entro la fine dell’anno bisognerà sottoscrivere il nuovo contratto nazionale mantello. La SSIC ha un principio che non intende abbandonare nel corso delle trattative. “I punti su cui non cederemo riguarda la flessibilità, che va un po’ contro i dettami e le richieste dei sindacati. Ma per noi è una delle questioni più importanti”, ribadisce Massimo Cereghetti del comitato centrale nazionale.

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