
All’Ufficio dei richiedenti l’asilo sono giorni concitati. Entro fine mese i minorenni non accompagnati del foyer di Paradiso saranno spostati al centro della Croce Rossa di Cadro. E ora che il prospettato trasferimento da Cadro a Rovio, a loro volta, di trentanove adulti è stato congelato, urge trovare un piano B. Per il capoufficio Renzo Zanini il tempo scarseggia: “Stiamo valutando la possibilità di ridistribuire le persone all’interno delle soluzioni che sono già in essere. I numeri dovrebbero permettercelo. È chiaro che perderemmo poi un importante riserva, quindi siamo ancora di nuovo confrontati con la necessità di trovare nuove soluzioni”.
"Nuova realtà d'urgenza"
Una ricerca continua di alloggi da aggiungere ai 1'100 posti ora esistenti in Ticino. Un incastro non facile e quasi giunto a saturazione che nei giorni scorsi, di fronte alla popolazione della Val Mara, ha portato il capoufficio Zanini a parlare appunto di “emergenza”. Oggi spiega che "continuare a parlare di emergenza banalizza quasi la situazione. Il Cantone sta vivendo una nuova realtà caratterizzata dall’urgenza di trovare soluzioni a problemi che sono molto veloci”.
Una nuova normalità
La legge parla chiaro: al Ticino viene attribuito il 4% dei migranti che ha ottenuto l’asilo. E rispetto al periodo 2017-2021, le cifre sono più che raddoppiate: da una media di 250 si è passati ai 500-600 degli ultimi anni. Di nuova normalità parla anche Debora Banchini Fersini, direttrice della Croce Rossa sezione Sottoceneri. “Ogni settimana abbiamo nuove richieste di attribuzione. Io non la chiamerei emergenza, ma nuova normalità che perdura da tempo. Noi dobbiamo accoglierla nei nostri centri, trovare una soluzione alloggiativa e mettere in piedi il percorso di integrazione”. Soluzioni per cui, va detto, non c’è la fila. “Quando è stato chiesto dal Cantone a chi avesse delle strutture da mettere a disposizione", continua Banchini Fersini, "non sono arrivate tantissime offerte. Noi abbiamo un centro a Cadro e ci siamo impegnati adesso per i minorenni non accompagnati ad acquistare un centro di Bombinasco, ma non possiamo comprare altri centri", afferma.
"Non si può scegliere"
Anche perché, benché contenga i costi, al momento l’ipotesi centralizzazione non sussiste. Di qui la ricerca di accordi con privati, i quali hanno ovviamente un tornaconto. Proprio come nel caso del tanto discusso Park Hotel di Rovio che il Comune non ritiene ideale. E la Croce Rossa? “Non si può scegliere in una situazione come questa", replica la direttrice della Croce Rossa sezione Sottoceneri. "Rovio era una struttura come altre che favoriva l’accoglienza, e noi ci saremmo occupati del trasferimento delle persone ogni mattina per far loro svolgere le proprie attività”.
Comunicazione poco trasparente
Ma a scaldare gli animi in Val Mara è stata anche la comunicazione, giudicata poco trasparente. Zanini sostiene che si può migliorare: “Non possiamo fare un mea culpa, ma possiamo migliorare. Sono delle soluzioni che non permettono un anticipo che sarebbe auspicato dare. Purtroppo è la soluzione a imporcelo”. Una situazione che, è sempre bene ricordare, racconta di persone scappate dai loro paesi, la cui domanda d’asilo è stata accolta e pronte ad integrarsi. Una prima fase che in media, per gli adulti, dura dai 12 ai 14 mesi.