Mendrisiotto
Emergenza migranti, Pagani: "I Comuni si sentono traditi e ignorati dalle autorità"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
4 mesi fa
Balerna, Chiasso e Novazzano contestano la pianificazione non concordata della SEM. Morbio Inferiore e Vacallo si uniscono nella protesta. Pagani, sindaco di Balerna: "La mancanza di consultazioni con i comuni ha inasprito i rapporti con le autorità federali".

I comuni di Balerna, Chiasso e Novazzano sono in forte disaccordo con la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) riguardo alla pianificazione di nuovi posti per richiedenti asilo. Se fino a oggi era noto che a Pasture vi fossero 350 posti letto disponibili per l'accoglienza, una recente dichiarazione del Consiglio federale ha rivelato che, in caso di emergenza, sono previsti ulteriori 300 posti. "Noi avevamo concordato un tetto massimo di 300 richiedenti l'asilo," afferma Luca Pagani, sindaco di Balerna, a Ticinonews. Pagani lamenta che questa decisione sia stata presa senza consultare i comuni coinvolti: "Non siamo stati interpellati e riteniamo che la regione d'asilo sia grande a sufficienza per trovare delle altre ubicazioni al di fuori del nostro territorio."

Il vecchio stabile di Via Motta come soluzione emergenziale

A far discutere è anche la destinazione d'uso del vecchio stabile di Via Motta a Chiasso. Secondo il sindaco Pagani, si era deciso di smantellare la struttura, ma ora la SEM la considera una possibile sede per collocare ulteriori richiedenti asilo in caso di forte afflusso. "Non siamo d'accordo," continua Pagani, evidenziando come la mancanza di consultazioni con i comuni abbia ulteriormente inasprito i rapporti con le autorità federali.

La protesta si allarga: più comuni coinvolti

Alla protesta si sono aggiunti anche i comuni di Morbio Inferiore e Vacallo, con un obiettivo specifico: impedire l'inserimento di un numero rilevante di richiedenti asilo nel quartiere Soldini di Chiasso, dove si prevedono fino a 50 appartamenti per ospitarli. Anche qui si percepisce un forte senso di tradimento da parte delle istituzioni: "Se non ci si può fidare del Consiglio federale, siamo messi male," è il commento di Pagani, che esprime la frustrazione dei comuni coinvolti. "Stiamo facendo la nostra parte, ma non si può esagerare cercando di risolvere tutti i problemi sul nostro territorio."

Accordi violati e promesse non mantenute

La contestazione principale dei comuni riguarda il mancato rispetto degli accordi. Quando il Centro federale d'asilo di Pasture era stato negoziato, il Cantone aveva garantito una maggiore sensibilità nella distribuzione dei migranti nel Mendrisiotto. "Si era passati dai 134 posti nel centro federale vecchio ai 150 attuali. Abbiamo ricevuto la rassicurazione che non ci sarebbero state altre attribuzioni" spiega Pagani. Ora, con l'arrivo di ulteriori richiedenti asilo, i comuni si sentono traditi e ignorati dalle autorità.