
Ieri mattina alla stazione di Chiasso lo scenario era quello di un normale venerdì: c'è chi lavora e chi aspetta. Ma verso le 8, da sud, arriva un treno e le guardie di confine si preparano, perché sanno bene cosa le aspetta. I controlli vengono svolti in maniera regolare e, ci ha spiegato l’Ufficio federale della dogana, sono organizzati secondo le analisi del rischio per la sicurezza interna o possibili violazioni della legge.
Un venerdì mattina alla stazione di Chiasso
Non appena il treno si è ferma, gli agenti salgono a coppie. Nel giro di una manciata di minuti individuano i migranti e, dopo averli fatti scendere, li fanno sedere su una panchina. Alcuni di loro hanno con sé una borsa, altri non hanno nulla. In totale ne abbiamo contati 33: i numeri che da qualche tempo ci vengono forniti dalle autorità in merito ai flussi migratori e ai centri di accoglienza al limite dalla capienza assumono ora un volto, una storia. Alcuni sembrano spaesati, ma nessuno oppone resistenza. Sono giovani e giovanissimi e il tutto si svolge in tranquillità, con toni pacati. Le guardie di confine si rivolgono a loro in inglese. Il treno, poi, riparte verso nord. I ragazzi vengono invitati a seguire gli agenti nei loro uffici, come da prassi. Ci sembrano tanti, ma del resto le cifre sono quelle.
Numeri in crescita
Proprio ieri, sono stati diffusi i numeri delle entrate illegali di settembre e ottobre, dove i dati, scrive l’Ufficio federale della dogana, sono in aumento sia rispetto ai mesi precedenti sia rispetto all’anno scorso. A sentire la pressione sono principalmente il confine orientale – con 3’703 entrate illegali a settembre e altre 4'486 a ottobre – e quello sud – con 2'144 le persone fermate a settembre e 2'435 a ottobre. Facendo una media giornaliera, in Ticino si arriva a 80 migranti al giorno, la cui stragrande maggioranza è partita dall’Afghanistan e dalla Tunisia; al sud anche da Burundi, Siria, Marocco e Turchia.
C’è chi vuole restare, e chi proseguire verso nord
Ed è proprio qui in Ticino che le loro strade spesso si dividono: chi chiede l’asilo viene portato presso la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), diverso invece il discorso per chi non lo fa o per chi vuole solo attraversare la Svizzera per raggiungere il Nord Europa. Se i requisiti previsti dalla legge sugli stranieri all’art. 5 (come il possesso di un documento valido o di mezzi finanziari per il soggiorno) non vengono adempiuti, i migranti sono rimpatriati in Italia in conformità con l’accordo di riammissione in vigore dal 2000. Ma anche nella vicina penisola quest’anno c’è stato un aumento: 6'562 finora.
Eccezioni per motivi umanitari
Esistono ovviamente delle eccezioni, decise dal Consiglio federale, per motivi umanitari. Infin, c’è tutto il capitolo sui minorenni non accompagnati, che hanno diritto a protezioni speciali. I minori che non chiedono l’asilo vengono presi a carico dalla Polizia cantonale e, spiega sempre l’Ufficio federale della dogana, proprio perché vulnerabili, sono accompagnati e assistiti con particolare attenzione, anche nel passaggio di consegna.