Ticino
Epidemia da streptococco, cosa c'è da sapere
Redazione
2 anni fa
Lisa Kottanattu, caposervizio pediatria di base e specialistica presso l’Istituto pediatrico della Svizzera italiana, conferma che da dicembre c'è un aumento dei casi.

"È in corso una vera e propria epidemia di streptococco tra i bambini negli asili". La segnalazione è giunta negli scorsi giorni da un genitore, secondo cui vi sono problemi a livello gestionale, sopratutto per quanto riguarda la difficoltà di reperire Algifor e antibiotici. Stando al telespettatore è in corso una "lotta esasperante" con i pediatri per farselo prescrivere. È davvero così? Lo abbiamo chiesto a Lisa Kottanattu, caposervizio pediatria di base e specialistica presso l’Istituto pediatrico della Svizzera italiana, che conferma un aumento di casi da dicembre. 

È vero che c’è questa epidemia da streptococco?

“Parliamo dello streptococco del gruppo A, quello che conosciamo come batterio dell’angina. Se oltre all’angina si manifesta un esantema a livello della pelle, quindi un’eruzione cutanea, si parla di scarlattina. È un dato di fatto che da dicembre c’è stato un aumento dei casi, ma negli ultimi tre anni ne abbiamo avuti di meno vista la pandemia e le regole: mascherina e distanze”.

Come si manifesta? E quali sono le cure?

“L’angina da streptococco si manifesta con mal di gola, febbre alta e linfonodi ingrossati. Tipicamente non ci sono tosse e raffreddore, che sono invece sintomi tipici di infezioni virali. Ma molto dipende anche dall’età del bambino. A livello di trattamento, in passato si tendeva a dare la terapia antibiotica appena c’era il sospetto di angina da streptococco o scarlattina. Negli ultimi anni si è constatato che ciò non è più necessario per tutti i casi visto che il fine ultimo del trattamento era solo quello di evitare la complicanza che può esserci a distanza di giorni, mesi o anche anni della febbre reumatica. Questo perché la sintomatologia e i sintomi dell’angina sono autolimitanti, quindi scompaiono da soli e la terapia antibiotica contribuisce solo in minima parte a ridurre la durata di questi sintomi. Adesso, a meno che non ci siano dei fattori che possono farci pensare a delle complicazioni o il bambino è predisposto a un decorso più grave, in genere il trattamento è sintomatico, quindi con medicamenti per abbassare la febbre o togliere il dolore”.

È vero che si fa fatica a reperire Algifor e antibiotici?

“Per quanto riguarda l’Algifor e alcuni antibiotici che utilizziamo in età pediatrica, da Natale c’è un problema di fornitura di stock. È un problema a livello mondiale. Ci sono delle alternative, esistono altri farmaci della famiglia degli anti-infiammatori che possono essere utilizzati in sostituzione. Stesso discorso per gli antibiotici”.

Ha qualche consiglio da darci?

“Tutto dipende dallo stato di salute del bambino. Siamo abituati a consigliare ai genitori di valutare come sta il bambino a livello di condizioni generali, di darsi qualche giorno di tempo -in caso di febbre- per vedere in che direzione si evolve la malattia. Se il bambino sta male e non si riprende anche con la febbre più bassa, vale sempre la pena fare una visita in più dal medico”.

Durante il periodo pandemico c’erano indicazioni chiare per evitare il contagio. Prima della pandemia c’era invece la tendenza ad andare comunque a scuola o al lavoro anche se malati. Alla comparsa dei sintomi cosa è meglio fare?

“È un discorso abbastanza delicato perché molto dipende dalla causa del malessere. È ovvio che se il bambino sta male, quindi non è propenso ad andare a scuola, è giusto tenerlo a casa. Imbottire di farmaci un bambino per mandarlo a scuola non è corretto. Va però detto, per quanto riguarda l’angina da streptococco, che da dicembre 2022 l’infezione non è più motivo di esonero dalla scuola. Un bambino può quindi continuare ad andarci se le sue condizioni lo permettono”.

Non si rischia di contagiare gli altri?

“Sì, ma questo vale anche per la varicella. Anche qui non c’è un motivo di esonero. Se un bambino si presenta a lezione con queste malattie non viene rimandato a casa”.

C’è quindi la politica dell’immunità di gregge?

“Per la varicella sì, per lo streptococco del gruppo A è diverso perché non si sviluppa un’immunità a lungo termine. Quest’ultime sono infezioni non gravi che passano anche con un trattamento sintomatico senza la somministrazione di antibiotici. L’esclusione dalla scuola perché considerate pericolose o per il rischio di focolai epidemici quindi non c’è”.