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ErreDiPi contro le misure di compensazione proposte dall'Ipct
©Gabriele Putzu
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Redazione
15 ore fa
La rete per la difesa delle pensione chiede inoltre il rincaro per il prossimo anno e il recupero di quello non ottenuto nel 2023.

La formula proposta dall'Ipct per le misure di compensazione dei suoi affiliati non piace alla rete ErreDiPi. "Il 19 giugno il precedente Consiglio di amministrazione dell’IPCT (ricordiamo che il nuovo Consiglio, non ancora insediato, era stato eletto in maggio) ha proposto al governo un contributo del 3% con una quota del 60% a carico dei dipendenti", scrive l'organizzazione in un comunicato. "La recente assemblea ErreDiPi del 31 agosto ha deciso di proporre un contributo complessivo del 4% suddividendo l’onere a metà (50%) tra datore di lavoro e dipendente. Il comitato dell’ErreDiPi ha perciò invitato i suoi rappresentanti in seno al CdA a sostenere questa posizione, comunicandola allo stesso tempo al Consiglio di Stato".

Rincaro e recupero del 2023

ErreDiPi si scaglia inoltre contro l'intenzione del Governo "di non concedere la compensazione integrale dei salari all’indice nazionale dei prezzi al consumo 2024. Si tratterebbe quindi del secondo anno consecutivo senza un adeguamento, corretto e strutturale, dei salari al costo della vita". La rete chiede dunque "che oltre alla compensazione dei salari per l’anno in corso, venga recuperato il rincaro del 2023. Chiediamo quindi un adeguamento della scala salariale del 3,1%. Facciamo notare che questa rivendicazione è ampiamente al di sotto delle richieste del settore privato, nel suo complesso, nel quale le organizzazioni sindacali chiedono adeguamenti salariali pari al 5%".

Contro il prossimo preventivo

Sul preventivo 2025, i cui dettagli dovrebbero essere annunciati a giorni, ErreDiPi mette le mani avanti, domandando che il Governo "abbandoni la pratica di non sostituire 1 lavoratore su 5 partenti (diminuzione del 20%). Questa decisione, unitamente ad altre, ha peggiorato le condizioni di lavoro e la qualità e la quantità dei servizi offerti alla popolazione". Inoltre, "chiediamo che vengano abbandonate tutte quelle misure – già approvate con il Preventivo precedente – che hanno apportato pregiudizio in diversi ambiti educativi e sociali e messo in sofferenza tutto il servizio pubblico". Nell'esprimere questa posizione, ErreDiPi ricorda la sua partecipazione alla manifestazione del 16 ottobre e afferma di essere "convinta che, vista la determinazione di governo e parlamento verso una politica di austerità fatta di peggioramenti alle prestazioni, ai salari e alle condizioni di lavoro, vada costruita una strategia più efficace – con mobilitazioni e/o scioperi sui luoghi di lavoro". Dopo le proteste relative al preventivo 2024, anche quello del 2025 promette di scatenare nuovamente la piazza.