"Il Cantone deve tornare a fare politica e smettere di fare contabilità". La Rete per la Difesa delle pensioni (ErreDiPÌ) dopo lo sciopero del 29 febbraio è tornata alla carica scrivendo al Consiglio di Stato e delineando i prossimi passi da compiere. "Abbiamo scritto al Governo affinché riapra le trattative sulla base delle rivendicazioni portate in piazza da 6 mila persone", ha spiegato a Ticinonews il portavoce Enrico Quaresmini. "Chiediamo semplicemente il riconoscimento del rincaro a partire dal 2024 e lo stop alla mancata sostituzione del personale partente, ovvero un modo per tagliare con l'accetta i servizi. Ma abbiamo anche chiesto che ErreDiPì possa essere sentita, perché ci sono lavoratori che si riconoscono in noi e non stanno chiedendo (come i sindacati ndr) il congelamento per il 2024 e il 2025 del carovita. Pensiamo di poterli rappresentare e di doverlo fare", ha aggiunto Quaresmini.
Con i sindacati "siamo aperti al confronto"
I sindacati Vpod, Ocst e Sit, ricordiamo, martedì hanno scritto al Governo chiedendo un incontro per "trovare un accordo sulle questioni in sospeso". Un'azione non condivisa da ErreDiPì. "Ci hanno anticipato, scrivendo una lettera nella quale si dimostrano disposti a congelare il carovita, sperando di poterlo recuperare nel 2026. Riteniamo che questo non sia stato detto in Piazza. Noi abbiamo chiesto alle persone di scioperare per altre rivendicazioni, quindi procediamo in maniera diversa. Siamo comunque sempre aperti al confronto con i sindacati", ha continuato Quaresmini.
I prossimi passi
Oltre all'incontro con il Governo, ErreDiPi oggi ha annunciato un'assemblea per il 20 marzo. "Chiederemo alla nostra base come procedere in futuro. Riteniamo che sia giusto ascoltare quanto detto il 29 febbraio e portare avanti, tutti insieme, queste rivendicazioni. Vogliamo far sì che la gente si esprima in maniera libera e forte, il nostro obiettivo primario non è lo sciopero, ma di accogliere le esigenze dei lavoratori".