Ticino
Espulsione di tre bimbi honduregni, si muove la politica
Redazione
3 ore fa
In un'interrogazione al Governo, 13 deputati chiedono di rivedere la situazione di tre bimbi nati in centro America, ma che vivono stabilmente con il nonno in Ticino dal 2016.

È finita sui banchi del Consiglio di Stato la vicenda di tre bambini honduregni, colpiti da un decreto di espulsione. In un'interrogazione firmata da 13 deputati in Gran Consiglio di sei partiti diversi (prima firmataria Sara Beretta Piccoli), si chiede di rivedere la decisione. "Come può espellere dei bambini che hanno passato oltre l'80% della loro vita in Ticino, che hanno frequentato tutte le scuole qui?", chiedono i deputati.

La storia

La vicenda è complessa e viene ricostruita minuziosamente nell'atto parlamentare. Il rimpatrio forzato riguarda tre ragazzi nati in Honduras, "ma che sin dal 2016 vivono in Ticino con il loro nonno, Marzio Mossi, cittadino svizzero nato e cresciuto in Svizzera". Il signor Mossi "si era trasferito in Honduras per lavoro molti anni fa, dove riformò una famiglia dopo la separazione dalla prima moglie. Dalla sua nuova relazione nacquero 3 figli, che a loro volta hanno dato alla luce in totale 3 nipoti, nati rispettivamente nel 2012, 2013 e 2014". Il signor Mossi, durante il suo soggiorno in Honduras, "ha sempre mantenuto stretti legami con la Svizzera ed in particolare con il Ticino, dove ha continuato a recarsi di frequente per rendere visita ai figli di primo letto e ad altri famigliari".

Tutto prosegue bene "fino all'aprile del 2013 quando, per motivi legati alla sua professione, è stato assaltato in casa sua, da persone che lo hanno selvaggiamente picchiato minacciandolo di morte. A seguito delle gravi ferite tornò in Ticino per le cure che proseguirono fino a fine 2015". Nel 2016, nel tentativo di tornare in Honduras, "ha subito ulteriori minacce e in quella circostanza ha quindi deciso di rientrare definitivamente in Svizzera unitamente ai familiari, compresi i bambini che allora avevano tra i 2 e 4 anni, notificandone tempestivamente l’arrivo ai servizi preposti". Qui sono iniziati altri problemi, evidenziano i deputati. "Purtroppo, pare che i vari uffici abbiano dato versioni discordanti sugli errori intrapresi nella procedura riguardante la presentazione delle domande, negando quindi il permesso di soggiorno ai familiari".

"Decisioni sproporzionate"

La decisione di respingimento delle domande e l'obbligo di lasciare il territorio svizzero appaiono "sproporzionate" agli occhi dei granconsiglieri visto che nel frattempo "sono passati oltre 8 anni da questa vicenda" e i nipoti del nonno "non conoscono altra realtà diversa da quella ticinese". I bambini, viene sottolineato, "sono anche ben integrati e non gravano economicamente sulle casse cantonali" visto che il nonno si occupa del loro sostentamento e della crescita "dal loro arrivo in Ticino fino a oggi". I figli nel frattempo hanno tentato di far avanzare la richiesta di cittadinanza agevolata "che però, in mancanza di un permesso di soggiorno, non può proseguire". Inoltre "i loro documenti sono ora scaduti e non vi è modo di rinnovarli, per cui risulta impossibile fare una qualsivoglia richiesta di permesso". I figli soggiornano quindi provvisoriamente in Italia.

Un paese pericoloso

Facendo notare che la situazione politica e sociale in Honduras è molto tesa e che il tasso di criminalità è molto elevato, i deputati chiedono al Governo di fare un passo indietro e di accogliere i famigliari del signor Mossi. L'Honduras, sottolineano, "risulta essere uno dei paesi al mondo più pericolosi per la cittadinanza e sicuramente per 3 bambini, senza genitori o familiari (le rispettive mamme si sono disinteressate della prole), difficilmente potrebbero tornare a vivere in quel contesto, senza tenere conto che uno dei bambini ha problemi di salute e che il servizio medico psicologico Cantonale ha certificato che un suo allontanamento dalla rete familiare attuale potrebbe causargli gravi danni". Già in passato, fanno notare i deputati, il Consiglio di stato ha fatto delle eccezioni nell'ambito dei rimpatri forzati, "compresi quelli di persone condannate per ripetuta amministrazione infedele aggravata, ripetuta falsità in documenti, ripetuta bancarotta fraudolenta, truffa consumata e tentata, somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose per la salute". Da qui, dunque, la richiesta di fare un passo indietro.

Le domande al Consiglio di Stato

❖ Come può espellere dei bambini che hanno passato oltre l’80% della loro vita in Ticino, che hanno frequentato tutte le scuole qui?

❖ Può confermare che il nucleo familiare in questione, durante 8 anni, non ha mai usufruito di aiuti sociali?

❖ Questa espulsione rispetta il principio di proporzionalità?

❖ È al corrente che la custodia è stata affidata dalle ARP (decisione del 28 giugno 2024) al nonno e alla attuale moglie (che i bambini chiamano mamma)?

❖ Ha preso visione dei rapporti UAP (Uffico dell’Aiuto e della Protezione) e SMP (servizio medico Psicologico) che ribadiscono quanto uno sradicamento dei bambini potrebbe portarli a conseguenze nefaste (corredati di certificato medico)?

❖ Per quale motivo l`UM continua a negare il permesso di soggiorno ai bambini e al loro zio?

❖ Ha fatto una valutazione attuale sulla situazione politica in Honduras? Se sì con quali risultanze?

❖ Può confermare che in una precedente decisione del CdS, il Consolato Honduregno sconsigliava il ritorno in Honduras della famiglia Mossi?

❖ Come spiega la questione riguardante il rifiuto del permesso di soggiorno dei padri dei bambini da parte dell’Ufficio Migrazione, visto che quest’ultimi avevano già provveduto a trovare una sistemazione lavorativa, oltre 5 anni fa, e per lungaggini legali (oltre 5 anni) e pasticci burocratici, sono tutt’ora senza permesso?

❖ Non pensa che forse a volte anche un funzionario possa umanamente incappare in qualche errore burocratico?

❖ Non ritiene sia opportuno fare un passo indietro e accogliere finalmente i familiari del Sig. Mossi che si è occupato di loro in tutti questi anni senza gravami per lo stato?

❖ Pensa che si debba arrivare fino al Tribunale Federale per questa vertenza invocando gli interessi personali dei bambini, dei loro padri e del loro nonno Svizzero?