Il caso
“Evocando l’identità di genere possiamo prevenire gli abusi”
© CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
un mese fa
L'associazione Aspi fornisce alcune precisazioni dopo che il suo progetto “Sono unico e prezioso” è finito al centro di un’interrogazione. La co-responsabile Stefania Brändli: "L'obiettivo ultimo è fare prevenzione al maltrattamento infantile e all'abuso sessuale".

Dopo la questione agenda scolastica, il tema dell’identità di genere a scuola torna sull’agenda… della politica. Lo fa con un’interrogazione del deputato Giuseppe Cotti e firmata da esponenti di Centro e Plr. Nel mirino un aspetto del progetto “Sono unico e prezioso”, condotto da alcuni anni dall’Aspi su incarico del Decs. Pensato per i bambini dai 7 ai 9 anni di tutte le scuole elementari del cantone, prevede attività di gruppo sul tema degli abusi sessuali. Durante i momenti in classe viene fatto sentire un audio di circa due minuti, che abbiamo potuto ascoltare, e nel quale si sentono ragazzini che parlano del rispetto del proprio corpo. Tra di loro, ma solo per pochi secondi, una voce afferma: “Non mi sento né una bambina né un bambino”. "Non è in discussione né Aspi né il progetto in sé, ma solo un suo aspetto", premette Giuseppe Cotti a Ticinonews. "La domanda che bisogna porsi è con quale diritto la scuola metta i bambini a confronto a interrogativi che la maggior parte di loro non si porrebbe spontaneamente".

Brändli: "Il riferimento alla questione di genere per rispondere a dubbi"

Il progetto è sotto la responsabilità di Stefania Brändli dell’Aspi, specialista di diritti dell’infanzia. "L'obiettivo principale e ultimo di 'Sono unico e prezioso' è fare prevenzione al maltrattamento infantile e all'abuso sessuale", commenta Brändli. Tuttavia, "i dati statistici internazionali ci mostrano che le persone che vivono delle situazioni distanti da quelle a cui siamo abituati sono molto più a rischio di essere vittime di maltrattamento, abuso sessuale e violenza". In ogni caso, la nostra interlocutrice ribadisce che il piano presentato nelle scuole elementari non verte sull’identità di genere, bensì sulla prevenzione degli abusi. Il riferimento alla questione di genere è inserito per rispondere a dubbi che emergono direttamente nelle attività. "A volte dei bambini riportano delle storie che hanno vissuto, private ma anche di un cantante o di un artista che hanno visto e quindi si pongono delle domande", spiega Brändli. Per rispondere a questi interrogativi "abbiamo un team di formatrici esperte del tema della prevenzione del maltrattamento e della violenza, e le nostre risposte sono sempre contestualizzate alla prevenzione e al trattamento dell'abuso sessuale".

Gilardi: "Un tema delicato"

Oltre all’interrogazione di Cotti, diversi sindaci del Locarnese hanno scritto al Governo per esprimere i loro dubbi. Tra loro anche Giorgio Gilardi, sindaco di Ascona e già direttore di lungo corso delle scuole comunali del borgo. “Quello dell’identità di genere è un tema delicato e che va affrontato bene, soprattutto con bambini di quest’età", osserva il capo dell'Esecutivo asconese. "Il progetto 'Sono unico e prezioso' parla un linguaggio che i bambini capiscono bene, ma il focus deve restare la prevenzione degli abusi. Introdurre marginalmente il tema dell’identità di genere è inopportuno con allievi di 7-9 anni".

Brändli: "La prevenzione funziona se la facciamo tutti insieme"

"Sono unico e prezioso", audio incluso, viene presentato ai genitori in serate informative che avvengono prima degli incontri in classe. Secondo Brändli, infatti, "la prevenzione funziona se la facciamo tutti insieme. Per questo noi invitiamo i genitori alle serate informative (e lo facciamo sempre)", chiosa la co-responsabile del programma. Inoltre, "con l'aggiornamento del progetto, i docenti sono obbligati a partecipare a delle formazioni ad hoc, con lo scopo di fornire loro degli strumenti per affrontare il grande tema dei maltrattamenti e degli abusi sessuali sull'infanzia".