Quando la Confederazione ha firmato il contratto di acquisto dei nuovi aerei da combattimento F-35, la Lockheed Martin ha accettato di ordinare materiale dalle aziende svizzere per 2,9 miliardi di franchi. Un bel gruzzolo che dovrebbe andare a tutte le regioni del Paese. Per legge, alla Svizzera italiana spetta il 5%: ovvero 145 milioni di franchi. In passato, però, questa quota non ha varcato il Gottardo. Per cambiare le cose è nato il Gruppo materiale difesa e sicurezza della Svizzera italiana (GMDSI).
Alla Svizzera italiana le briciole
Non solo per gli F-35 sono previste compensazioni, questo avviene praticamente ogni volta che si acquista materiale militare all’estero. Il presidente del GMDSI, Filippo Lombardi, ha mostrato i numeri degli ultimi anni: sebbene l’Esercito abbia firmato contratti per circa un miliardo di franchi, dei cinquanta milioni spettanti alle regioni italofone alla fine è arrivata solo una piccolissima parte. “Vogliamo sensibilizzare anche le aziende”, ha spiegato, “che spesso non si fanno avanti”. Gli ha fatto eco il direttore della Camera di commercio Luca Albertoni: “A volte c’è una certa timidezza nel proporsi per questo tipo di commesse”.
Un modo per farsi notare
Quella delle commesse di compensazione è anche un’occasione a lungo termine per le aziende che vorranno attivarsi in questo settore. “Già oggi molte aziende ticinesi e del Grigioni italiano partecipano all’armamento dei mezzi militari”, ha affermato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle Istituzioni, “ma vogliamo ampliare ulteriormente il mercato perché nei prossimi decenni molti armamenti dovranno essere aggiornati o riacquistati e qui c’è la possibilità per le nostre aziende di inserirsi in queste commesse”.