
Nella Svizzera italiana “occorre creare con urgenza un servizio specializzato di consulenza e di trattamento, o rendere noto agli specialisti del settore e alle persone interessate un eventuale servizio già disponibile per le persone attratte sessualmente da minori”. Non solo: bisogna anche “consolidare e favorire” la diffusione capillare dei programmi di prevenzione primaria contro gli abusi sui minori rivolti a bambini, giovani, genitori e adulti coinvolti già esistenti sul territorio. Sono gli obiettivi che si propone una mozione inoltrata dal granconsigliere Danilo Forini a nome del Gruppo PS-GISO-FA. Secondo i firmatari, è necessario “consolidare e intensificare le attività di prevenzione primaria per dotare anche la popolazione ticinese di strumenti per difendersi e denunciare situazioni a rischio”, nonché “agire urgentemente per sanare l’attuale vuoto in ambito di prevenzione e trattamento nei confronti di persone attratte sessualmente da minori”.
"Una situazione peggiorata"
I mozionanti ricordano che il 9 aprile 2025 l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS ha pubblicato un rapporto "che giunge a un'allarmante conclusione: in Ticino e nella Svizzera italiana la situazione è peggiorata dal 2020". Da quanto risulta, "manca completamente qualsiasi misura di prevenzione rivolta alle persone attratte sessualmente da minori”. Come si spiega nel documento, l’associazione "io-NO!", costituita il 16 aprile 2019, in stretta collaborazione con il servizio di consulenza specializzato "DIS NO", ha offerto informazioni sull’argomento sul suo sito Internet e un servizio di consulenza in lingua italiana. È stata però sciolta alla fine di giugno 2022 per ragioni economiche. L’associazione riceveva aiuti finanziari dall’UFAS dal 2021, ma questi "possono coprire al massimo il 50 per cento delle spese computabili". Nonostante gli intensi sforzi profusi per raccogliere fondi, "io-NO!" "non è riuscita a garantire il finanziamento delle spese residue”.
"Fondi della Confederazione dirottati altrove"
"DIS NO" è sostenuta dall’UFAS e dal Canton Vaud mediante contratti pluriennali di sovvenzionamento. Altri Cantoni e Comuni le versano contributi finanziari specifici. Il rimanente finanziamento è garantito, tra l’altro, "da contributi di fondazioni donatrici, donazioni e quote sociali". Il Ticino, invece, "non ha sostenuto e non sostiene questo importante servizio". Ciò "ha oltretutto indotto la Confederazione a dirottare altrove i contributi federali destinati al nostro cantone". Da qui la necessità della mozione inoltrata.