Ticino
Flavio Sala accusato di contrabbando
Foto CdT/Reguzzi
Foto CdT/Reguzzi
Marco Jäggli
4 anni fa
L’attore aveva portato una grande quantità di vecchie videocassette personali a Ponte Chiasso per farle digitalizzare, senza però passare dalla dogana commerciale

Sembra paradossale che uno dei Frontaliers abbia avuto problemi in dogana, ma è proprio così che è andata: Flavio Sala, celebre interprete (tra gli altri) di Roberto Bussenghi nella fortunata saga, è rimasto coinvolto in un inghippo riguardante la digitalizzazione di alcune sue vecchie videocassette, contenenti ricordi personali, presso un amico a Ponte Chiasso. Lo riporta il portale Tio.ch, a cui ha raccontato la vicenda.

La vincenda
L’attore, alle 21:30 di un venerdì, si era recato in territorio italiano con un grosso quantitativo di pellicole, in regola con le normative vigenti in materia di Covid-19 in quanto il soggiorno sarebbe durato meno di 72 ore ed è titolare di una ditta privata. Sala non ha considerato però, trattandosi di video senza valore economico, che avrebbe comunque dovuto passare dalla dogana commerciale e dichiarare quanto trasportato. Sfortuna vuole che il luogo si trovasse proprio di fronte alla caserma della Guardia di Finanza: “Gli agenti ci sono subito piombati addosso, ho cercato di spiegare che tutto si stava svolgendo nella massima trasparenza. Invano”, racconta il membro dei Frontaliers, aggiungendo che “Guardavano quelle pellicole e non capivano cosa potessi farci. E io continuavo a ripetergli che non c’era sotto niente di losco”. I due sono stati dunque interrogati fino all’una di notte, con tanto di intervento del Comandante, svegliato per l’occasione, che “quando è arrivato mi ha riconosciuto e si è dimostrato molto umano”.

Resta l’accusa di contrabbando
La procedura per contrabbando era però ormai stata avviata e le videocassette gli sono state sequestrate per cinque settimane. Videocassette cui dovrà ora stimare un valore per poterle riavere, valore su cui si baserà anche la multa che riceverà: “Una bella legnata”, conclude l’attore, “mi sento un “pistola”, me la potevo proprio evitare”. Anche perché, come testimonia lui stesso, probabilmente se avesse dichiarato la merce non avrebbe dovuto pagare nulla, essendo materiale più che altro di valore affettivo.

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