
La possibile introduzione del passaporto biometrico divide. E non solo per questioni riguardanti la privacy, ma anche per questioni prettamente economiche. Infatti la sua introduzione, scrive oggi il Corriere del Ticino, potrebbe minacciare la sopravvivenza di un centinaio di negozi di fotografia in Svizzera, ed alcuni in Ticino, soprattutto quelli che fanno delle foto da passaporto la loro entrata principale. E sul controverso passaporto biometrico, già introdotto in una cinquantina di stati negli Usa, il popolo svizzero dovrà votare un referendum il prossimo 17 maggio, promosso da un gruppo interpartitico che teme un impiego improprio dei dati personali. “Per i nuovi passaporti biometrici - dichiara Marco Garbani Nerini, presidente dell’Associazione commercianti in fotografia sezione Ticino, dalle colonne del CdT - sono previste disposizioni tanto severe che solo i futuri centri cantonali saranno in grado di soddisfare. I commercianti di fotografia verrebbero così totalmente esclusi da questa fetta di mercato pur essendosi dichiarati disposti ad investire nelle apparecchiature necessarie e nella formazione del personale”. Ma le autorità sono preoccupate della manipolazione e della non conformità delle immagini, per questo in futuro, se venisse introdotto il passaporto con tanto di microchip e impronte digitali, ci si potrà far fotografare solo in appositi centri. In Ticino ne sono previsti al massimo due.
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