
A terra ci sono ancora i segni della forza, impressionante, con cui i massi staccatisi dalla montagna si sono sfracellati sulle case e le costruzioni sottostanti. Pochi attimi in cui circa 10 metri cubi di materiale sono scivolati dalla parete rocciosa, cadendo a pochi metri dalla zona in cui, nel 2016, un'altra frana aveva colpito la vecchia scuola dell'infanzia, comportandone la chiusura definitiva. Gli edifici danneggiati questa mattina sono due, con i segni visibili sui tetti. Quattro gli stabili evacuati. Una decina gli sfollati. “Abbiamo sentito tremare tutto”, ci racconta Renata, abitante di Pollegio. “Sono uscita subito sulla veranda e dalla montagna abbiamo visto scendere dei sassi e del fumo. La casa di fianco alla nostra ha il tetto tutto rotto, infatti gli è entrato un masso in casa. Ci siamo spaventati tanto”.
“Un evento particolare a cui non siamo abituati”
Sul posto le autorità, coordinate dall’ufficio del geologo cantonale, che dalla tarda mattinata di oggi sono stati impegnati in diverse ricognizioni in elicottero. “Sono circa 10 metri cubi di materiale”, spiega Mattia Soldati, ingegnere forestale per l’Ufficio dei pericoli naturali, “ma sono partiti da molto in alto e sono arrivati fino in fondo. Ci siamo accorti che c’è ancora del materiale instabile, che deve essere valutato con maggior attenzione al fine di mettere in sicurezza la zona”. Da domani il materiale pericolante verrà messo in sicurezza tramite disgaggio. A determinare l’evento di oggi sono state le forti precipitazioni del mese di gennaio unite al recente aumento delle temperature. “Sono state colpite 3 case. In due di queste dei massi sono entrati dal tetto, mentre nell’altra un masso è entrato dalla parte posteriore dell’abitazione”, ha proseguito Soldati, precisando che “probabilmente ci sono stati dei rimbalzi - visibili sulla roccia - che hanno fatto sì che i massi finissero sui tetti. Si tratta però di un evento molto particolare, a cui nemmeno noi siamo abituati”.
Pericolosità già nota
Un evento eccezionale, ma la cui pericolosità della parete era già nota. Tanto che l’area è considerata zona rossa dalla mappa cantonale delle zone di pericolo. “La mappa cantonale corre lungo tutta la fascia della Pedemontana”, ci piega Igor Righini, sindaco di Pollegio. “Al di là del canale è zona rossa, con forte pericolo di caduta sassi. Da questo lato del canale è invece una zona di pericolo medio, che raggiuge un livello di pericolo residuo”. Le case colpite si trovano nella zona di pericolo medio, in cui è permesso costruire, “ma prestando attenzione ad alcune regole. Bisogna evitare costruzioni pubbliche destinate ad ospitare un gran numero di persone”. Proprio per questo il Municipio aveva inviato lo scorso autunno una lettera ai cittadini, invitandoli ad osservare scrupolosamente alcune raccomandazioni. Ma non è paradossale poter costruire in zone a rischio? “I rischi vengono valutati attentamente e c’è un piano cantonale. Vengono instaurate zone di pericolo, ovvio che quando succedono queste cose ci si preoccupa, ma noi ci atteniamo a quello che ci dicono gli esperti”, ha concluso Righini.