In Svizzera si vendono sempre meno auto nuove. Nel 2024, ha reso noto ieri l’Ufficio federale di statistica, la quantità di nuove immatricolazioni di veicoli a motore è scesa del 2,9% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda solo le automobili, si parla di un meno 4,1%. “Dal 2019 stiamo registrando una stagnazione nella vendita di auto nuove", conferma ai microfoni di Ticinonews il Direttore della Sezione Ticinese dell’Unione professionale svizzera dell’automobile Marco Doninelli. "I motivi sono soprattutto legati alla diminuzione del potere di acquisto dei cittadini e a una grande incertezza a livello globale, con questa transizione energetica che sta un po’ arrancando".
Brusca frenata per l'elettrico
Poiché il parco veicoli è cresciuto, in molti hanno optato quindi per le auto d’occasione. Le ibride normali – non plug in – sono poi sempre più apprezzate. Ma un dato che spicca è il rallentamento importante per le auto elettriche, le cui nuove immatricolazioni nel 2024 sono state il 12% in meno rispetto al 2023. “Le cause sono principalmente di ordine tecnico: difficilmente chi abita in un condominio può avere a disposizione una colonnina di ricarica e questo compromette la possibilità di usare un’auto elettrica”. Per modificare un impianto di una casa di 6 appartamenti si parla infatti "di investimenti che superano i 10'000 franchi. I proprietari di stabili si chiedono quindi perché devono investire questi soldi. Penso sia una questione puramente economica”. Eppure, la Confederazione mirava ad avere a fine 2025 i veicoli elettrici che componevano la metà delle nuove immatricolazioni. “Questi obiettivi oggi appaiono inarrivabili. Occorrerebbe cambiare strategia", rileva Doninelli. "Anziché puntare sull’incentivo dell’acquisto della macchina elettrica in sé, secondo noi bisognerebbe focalizzarsi su una possibilità di ricarica a domicilio o sul posto di lavoro, con incentivi mirati all’istallazione di colonnine".
Obiettivi da rivedere?
Tutti ricordano che diversi produttori automobilistici negli ultimi anni hanno annunciato dei piani per eliminare gradualmente la produzione di veicoli con motori a combustione interna. E se anche le elettriche non convincono, ecco si aprono diversi scenari, alcuni pure pericolosi, con i governi che si troverebbero quasi obbligati a cambiare rotta o a posticipare eventuali divieti. “Ci dovrebbero essere ancora delle discussioni a livello europeo, proprio perché ci si è resi conto che probabilmente impedire la vendita di auto a benzina o a diesel o a carburanti alternativi non è la strada giusta. Sembra che si rimetta un po' tutto in discussione per la consapevolezza che difficilmente si potrà raggiungere questo obiettivo di auto a emissioni zero entro il 2035”, conclude Doninelli.