Come già Città e Comuni, anche chi rappresenta i funzionari di polizia ha voluto dire la sua al Governo. Le misure di risparmio cantonali preoccupano la sezione ticinese della Federazione, che oggi - riunita in assemblea a Monte Carasso - ha puntato il dito sull’annullamento della scuola di polizia per il 2026, così come sull’iniziativa della destra - sostenuta anche da esponenti del Centro - per ridurre il numero di dipendenti pubblici. “La problematica che riscontro io nella politica di oggi è che si tende a fare tagli lineari o a proporre, ad esempio tramite l’iniziativa appena lanciata, un taglio del 10% dei dipendenti. Ma non ci sono calcoli né un progetto strutturato", spiega a Ticinonews il presidente Ivan Cimbri. "Si rischia quindi di fare qualcosa di insensato che va a colpire settori dove il problema è tutt’altro”.
L’impatto sulle polizie
Quale impatto avrebbe quindi l'iniziativa sulle polizie? “Dipende. Il problema è che non si può ragionare solo sul taglio lineare, quindi la misura andrebbe in caso accompagnata da una ripartizione dei compiti e da una diversa ridistribuzione del personale nei vari settori di attività”. Una domanda a cui l’ex presidente Giorgio Galusero, parlando di “iniziativa scellerata”, ha risposto coi numeri: una settantina di agenti in meno. Tornando all’annullamento della scuola, in una lettera a Governo e Parlamento firmata anche dai sindacati, la Federazione esprime preoccupazione sulle conseguenze per la Polizia Cantonale. “Questo in base alla nota minor attrattività delle condizioni lavorative rispetto ad altri concorrenti”, si legge nella missiva. Per Cimbri occorrerebbe migliorare sia la questione salariale che le condizioni di lavoro, anche perché, ha continuato, "oggi le nuove generazioni hanno altri concetti a cui andrebbe posta la giusta attenzione. Altrimenti si rischia realmente di non avere più personale a sufficienza da reclutare”.
Rincaro riconosciuto
La buona notizia, rispetto all’anno scorso quando anche i funzionari erano scesi in piazza, è il riconoscimento per il 2025 di un rincaro, seppur parziale. “In realtà la decisione ultima non è ancora stata presa, però abbiamo una condizione leggermente migliore rispetto all’anno scorso”, ha puntualizzato. Tanti, insomma, i messaggi alla politica. Assente giustificato, il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi ha inviato un videomessaggio sottolineando l’importanza del lavoro di polizia ma anche il difficile momento finanziario. E sul rapporto Polizia ticinese, in questi giorni tanto criticato dai Comuni Polo per l’ipotetica centralizzazione decisionale, Gobbi ha dichiarato: “È peccato esprimere pregiudizi per qualcosa che non è ancora definitivo”. Un dossier per cui Cimbri lamenta comunque il mancato coinvolgimento della Federazione: “Lascia un po’ di amaro in bocca, perché in realtà noi siamo venuti a conoscenza di questo rapporto dai media e non si capisce perché non veniamo considerati. Così ci ritroveremo a poter solo commentare cose a dadi ormai tratti, con pochissimo margine di manovra”. Di qui anche la richiesta di un incontro, accolto, con il Dipartimento.