Ticino
Giudici straordinari al TPC, “la nomina a fine gennaio”
Redazione
21 ore fa
Il direttore del DI Norman Gobbi: “Dei nomi sono già stati comunicati al Dipartimento delle istituzioni”. Nomine che diventano sempre più impellenti dopo che è stato negato l’effetto sospensivo ai giudici Quadri e Verda Chiocchetti.

Il Tribunale penale cantonale (TPC) funzionerà con solo due giudici ancora per un po’. Il Consiglio di Stato non ne ha ancora nominato uno straordinario, ma lo farà presto e intende incaricare due figure. Questo anche perché è stata respinta la richiesta di effetto sospensivo presentata dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, destituiti a dicembre. Una decisione contro la quale avevano presentato ricorso. In altre parole, in attesa di una sentenza, non potranno tornare al lavoro. “La decisione arrivata questa mattina dalla Commissione di ricorso sulla Magistratura impone anche al Consiglio di Stato di nominare un giudice supplente. Questo in accordo con il tribunale d'appello in modo che il TPC possa funzionare nei prossimi mesi, potenzialmente anche più mesi”, sottolinea il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. “La decisione di questa mattina può infatti essere impugnata davanti al Tribunale federale e quando ci sarà la decisione in merito, altrettanto. Questa supplenza potrebbe dunque durare potenzialmente anche 12 mesi”.

Le tempistiche

L’intenzione di impugnare la decisione al Tribunale federale è già stata confermata da Marco Broggini, legale di Quadri e Verda Chiocchetti. Alla luce di questi sviluppi, quali sono dunque le tempistiche per la nomina di un giudice straordinario? "L'intenzione del Consiglio di Stato è di nominare questi giudici entro fine gennaio”, puntualizza Gobbi. “Nelle prossime settimane identificheremo le persone disponibili per un periodo medio-breve e potenzialmente lungo per garantire il buon funzionamento del Tribunale penale cantonale. Ne nomineremo due d'intesa con il tribunale d'appello perché ci sono altri accorgimenti di carattere organizzativo che sono stati identificati. Dobbiamo comunque aspettare, nell'ambito del funzionamento interno del tribunale d'appello, l'eventuale opzione di un giudice già nominato, che possa optare per il posto di Mauro Ermani”.

I limiti

Alcuni nomi sono già stati comunicati al Dipartimento delle istituzioni. Ma accelerare il processo anche in virtù dell’accettazione delle dimissioni immediate di Mauro Ermani non è facile. “Uno dei limiti potenziali è che chi fa il giudice supplente poi, per un  "gentlemen's agreement", non postula poi una candidatura per essere nominato dal Gran Consiglio come giudice ordinario. In questo caso diventa difficile assumere un ruolo in maniera provvisoria per poi tornare alla funzione precedente o ritornare, per così dire, “nell'ombra”. D’altra parte", aggiunge Gobbi, "non ci sono vincoli di legge che non permettano a chi svolge il ruolo di giudice supplente di postulare la propria candidatura come giudice ordinario”.