Oggi il Consiglio di Stato ha comunicato il nuovo assetto della giustizia del Luganese dopo la bocciatura alle urne della "cittadella della giustizia". Per il futuro il Governo punta su quattro blocchi distinti: Filiera penale, Tribunale d'appello, Preture e preture di protezione, Servizi amministrativi. Per ampliare il ventaglio delle potenziali superfici a disposizione il Governo chiede aiuto anche ai privati e per questo sul foglio ufficiale del 29 novembre verrà indetta una grida pubblica, ovvero un invito ad annunciare terreni o stabili che sarebbero a disposizione per accogliere la giustizia ticinese. "Non potendo concentrare il tutto all'interno dello stabile Efg, dobbiamo affrontare la discussione in maniera aperta", ha spiegato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, a Ticinonews. "È per questo che oltre alla potenziale ristrutturazione dell'attuale Palazzo di giustizia, dove bisognerà definire chi resterà e chi andrà dove, chiediamo al territorio cantonale, in particolare al comparto del Luganese, la disponibilità di annunciare immobili e terreni atti a verificare la possibilità di avere una giustizia diffusa e non concentrata in un unico luogo". Una modalità, quella di pubblicare un annuncio sul Foglio ufficiale, "che non rappresenta una novità, ma può fare scalpore in questo caso, visto che riguarda la giustizia ticinese".
"Bisognerà trovare delle sedi di transizione"
La divisione in quattro blocchi è anche frutto di un lavoro che ha dovuto quali parti della giustizia stanno bene insieme e quali no. "È importante verificare l'aspetto dei flussi di lavoro al fine di ottimizzare i processi", ha continuato Gobbi. "Oggigiorno il fatto di saper ottimizzare le risorse finanziarie a favore dell'efficienza è un problema globale, non solo comunale o cantonale. Per questo l'analisi dei flussi di lavoro è stata essenziale. Un peso importante lo avrà anche la digitalizzazione della giustizia". Nel processo di riorganizzazione rientra anche la ristrutturazione di Palazzo di giustizia. "Bisognerà trovare delle sedi di transizione, così da poter sistemare e ristrutturare completamente l'edificio".
Il carcere resta nel Luganese
Nella nota odierna l'esecutivo cantonale ha confermato la realizzazione del nuovo complesso carcerario cantonale sull’attuale sedime di proprietà dello Stato sul piano de La Stampa a Lugano. "Mantenere il carcere in quella zona sembra essere l'unica soluzione possibile", ha aggiunto il direttore del Di.