Ticino
Giustizia, polemica e priorità: istituita una sottocommissione
Redazione
5 giorni fa
Lavorerà eccezionalmente anche durante l’estate. Dadò: "L’obiettivo è di arrivare per la fine dell’anno con delle proposte puntuali per cercare di risolvere alcune situazioni emerse che devono essere sistemate in tempi celeri”.

La giustizia ticinese negli ultimi mesi è stata fonte di polemiche. E undici giorni fa, ad alimentarle ulteriormente ci aveva pensato Damiano Bozzini, presidente uscente del Tribunale d’appello che, nel rendiconto 2023, puntava il dito contro la Divisione della giustizia, accusandola di ingerenza: “Il Tribunale è per contro regolarmente costretto a rivendicare il rispetto del proprio spazio di autonomia nei confronti della Divisione della giustizia. Senza peraltro disporre di una specifica base legale, la Divisione si ritiene in diritto di subordinare le decisioni sul personale a propri obiettivi o desideri, spesso in contrasto con quelli del Tribunale o, in alcuni casi, addirittura in violazione delle norme applicabili. Ciò comporta crescenti difficoltà, ritardi e un uso irrazionale delle risorse”.

Parole pesanti, che la direttrice della Divisione Frida Andreotti aveva respinto al mittente, definendole un “parere personale, non condiviso da tutto il tribunale”. Così oggi, Bozzini prima e il nuovo presidente Gian Maria Tattarletti poi, sono arrivati in Commissione giustizia e diritti. A Fiorenzo Dadò abbiamo chiesto se le visioni dei due coincidano. “Le due versioni non coincidono su tutti i punti, tuttavia si può trovare sicuramente una buona sintesi”, spiega Dadò ai microfoni di Ticinonews. “A mio avviso direi che qualche ingerenza di troppo c’è, tuttavia bisogna capire esattamente di cosa si tratta e anche caprie la reale gravità di questa ingerenza”.

“La giustizia merita una riforma concreta a 360 gradi”

Come detto, questa non è la prima polemica ad investire la magistratura. I problemi ci sono e così è stato deciso di istituire una sottocommissione che lavori, eccezionalmente, anche durante l’estate. “Il suo compito, per cominciare, è quello di condensare tutto ciò che noi abbiamo potuto apprendere durante queste audizioni per riuscire a fare una sintesi”, prosegue Dadò. “In secondo luogo, dovrà valutare gli atti parlamentari pendenti, per capire se ci sono delle altre mosse da fare dal punto di vista legislativo da parte del Gran Consiglio”. L’obiettivo “è di arrivare per la fine dell’anno con delle proposte puntuali per cercare di risolvere alcune situazioni emerse che devono essere sistemate in tempi celeri”. Infine “bisognerà capire quali saranno i passi successivi per quanto riguarda la giustizia, che merita una riforma concreta e seria a 360 gradi”.

La frecciatina al DI

Indipendenza amministrativa, problemi di organico, logistica: secondo Dadò sono questi i punti prioritari. E il deputato centrista non risparmia qualche frecciatina al Dipartimento delle istituzioni, accusato di fare troppo poco per la giustizia. “Questa critica è di dominio pubblico, è emersa sia settimana scorsa in Gran Consiglio, sia nei rendiconti”. Evidentemente i poteri devono poter agire assieme, di concerto, “tuttavia la Commissione è intenzionata a fare qualcosa. Ci sono stati degli studi e altri rapporti, ma di concreto si è visto veramente poco, quindi adesso è il momento di agire”, conclude Dadò.

 

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