“È necessario aprire queste strutture”. Queste le parole del Medico cantonale Giorgio Merlani in conferenza stampa mentre annunciava l’apertura, in programma per la prossima settimana, delle case per anziani ticinesi. Giampaolo Cereghetti presidente dell’Associazione Ticinese Terza Età (ATTE) ha accolto con grande piacere questa notizia. “La decisione è difficile per la gestione che resta delicata ma non si poteva chiedere ancora a questi anziani di restare in condizione di semi vita” dice convinto il presidente dell’ATTE ai microfoni di Radio3i.
“Questo tipo di vita non è nemmeno una vita, bisogna cercare di trovare un punto di equilibrio” e prosegue: “Per questo motivo le aperture dall’8 giugno sono una scelta saggia, purché il tutto avvenga rispettando le norme di sicurezza”. Un modo per rigenerarsi e per rivedere finalmente dopo tanto i propri cari. “Questo – spiega Cereghetti – darà agli anziani la possibilità di uscire da una situazione gravosa, pesante, di quasi carcerazione che non credo potesse essere supportata ancora a lungo”.
Gli anziani “hanno bisogno vedere di figli e i nipoti. Gli ospiti hanno vissuto un’esperienza pesante”.
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