“Permettiamo ai giovani di prendere in mano il futuro del clima dando un chiaro segnale alle cittadine e ai cittadini ticinesi”. È il titolo di un'iniziativa parlamentare elaborata con clausola d'urgenza presentata dai deputati Paolo Pamini, primo firmatario, Franco Denti, Cleto Ferrari e Sergio Morisoli. Un'iniziativa che nasce a seguito della manifestazione per il clima andata in scena sabato per le strade di Bellinzona e che chiede in sostanza di dare la possibilità agli allievi delle scuole medio-superiori ticinesi di scegliere se abbassare le temperature nelle aule.
"Sabato 2 febbraio 2019, migliaia di giovani si sono riunite e riuniti in tutta la Svizzera per manifestare per il clima terreste" esordiscono i deputati. "A Bellinzona, sono scesi in piazza diverse centinaia di giovani chiedendo che il riscaldamento climatico sia riconosciuto come una crisi e che i governi agiscano di conseguenza. Tra le richieste quella che la Svizzera non emetta più gas ad effetto serra entro il 2030. Molti tra i giovani manifestanti hanno dichiarato ai media di voler prendere in mano il proprio futuro e che il cambiamento inizia con le piccole decisioni e i sacrifici quotidiani di ogni persona. I manifestanti hanno chiesto misure urgenti e stanno ipotizzando uno sciopero studentesco in Ticino il 15 marzo 2019".
I firmatari dell'iniziativa precisano di non essere "in grado di giudicare se i cambiamenti climatici siano o meno di natura antropogenica e se sia più opportuno ridurre le emissioni di gas serra o promuovere l’adattamento dell’umanità ai cambiamenti, mitigandone e contenendone le conseguenze". Tuttavia ritengono lodevole l’impegno civico dei giovani manifestanti e legittima la richiesta di poter dare con urgenza dei chiari segnali alla popolazione.
Per questo motivo, i deputati propongono di permettere ad ogni classe delle scuole medio-superiori del Cantone "di votare democraticamente se e quale sacrificio sia disposta a compiere in termini di riduzione del consumo di energia per il riscaldamento della propria aula". Si chiede inoltre che il DECS, informato dalle direzioni degli istituti, renda note pubblicamente le decisioni prese dai vari istituti, in modo che "l’esemplare sacrificio delle alunne e degli alunni ticinesi possano giungere ai cuori e alle menti delle cittadine e dei cittadini ticinesi".
"La messa in votazione della proposta di risparmio energetico classe per classe tiene conto della diversità delle preferenze e permette se desiderato di mantenere lo statu quo" precisano i deputati. "Inoltre, la messa in votazione di cinque possibili temperature d’esercizio (15°C, 16°C, 17°C, 18°C o nessun cambiamento) permette di misurare su tutto il territorio cantonale, in modo omogeneo e paragonabile le effettive preferenze di tutto il corpo allievi, comprendendo in tal modo quale sia l’effettiva sensibilità alla problematica (grazie al principio delle cosiddette preferenze rivelate, ossia alla precedenza data ai fatti sulle parole) e facilitando così la formazione di opinioni tra le cittadine e i cittadini, nonché nel mondo politico cantonale. Si osservi che secondo la prassi del Dipartimento del Territorio, già oggi in presenza di polveri fini la temperatura degli stabili amministrativi viene ridotta a 18°C. Inoltre, se si volesse dare pienamente seguito alle richieste dei manifestanti in termini di taglio delle emissioni, le temperature dovrebbero verosimilmente essere ridotte ben oltre i 15°C. Tuttavia, con lo scopo di non causare problemi collaterali e garantire il funzionamento della scuola ticinese, i firmatari non desiderano con la presente proporre riduzioni tanto drastiche solo perché coerenti con le richieste dei manifestanti".
"Come rivendicato dai giovani, si chiede al Gran Consiglio di votare il provvedimento con clausola d’urgenza, in modo che possa immediatamente entrare in vigore ancora durante la stagione fredda e permettere alle giovani e ai giovani ticinesi di dare un segnale fattivo alla popolazione" concludono i deputati.
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