“Sono venticinque anni che faccio politica cantonale e ho visto un po’ di tutto. Ma questa situazione in cui due giudici penali hanno sporto denuncia nei confronti dei propri colleghi per la mancanza di dialogo e di capacità di relazione, ha portato alla situazione odierna: il Consiglio della magistratura, come organo di vigilanza indipendente sul funzionamento della giustizia ticinese, ha valutato la loro non conformità al ruolo che ricoprono”. Così Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle Istituzioni, commenta a Ticinonews la decisione del Consiglio della Magistratura di destituire Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Un esito che il consigliere di Stato aveva già ipotizzato, ventilando la possibilità che il Gran Consiglio avrebbe dovuto nominare altri giudici, così come sollevato anche negli scorsi giorni dalla deputata Sabrina Gendotti (Il Centro). Sapeva dunque già qualcosa? “L’esperienza politica ti fa capire quando qualcosa sta andando male. Inoltre, vent’anni di arbitro di hockey ti fanno capire quando i giocatori entrano in campo per andare a dare la legnata che non devono dare, ossia compiere un fallo. Una situazione che purtroppo è stata confermata dal CdM”.
Giusto o no?
Sulla correttezza di tale decisione, il consigliere di Stato non esprime valutazioni. “I due magistrati possono ancora appellarsi alla Commissione di ricorso della Magistratura. Una volta conclusa questa pratica, dipenderà dall’esito: o verranno riconfermati, o dovranno essere sostituti dal Parlamento. Al contempo dobbiamo però permettere al Tribunale penale cantonale (TPC) di funzionare. Il nostro compito come Esecutivo sarà quello di trovare dei sostituti, d’intesa con il Tribunale d’appello, in modo da garantire al Tpc il buon funzionamento con l’anno nuovo”. Anche la Commissione giustizia e diritti, aggiunge Gobbi, deve essere informata secondo la Legge sull’organizzazione giudiziaria.
"L'immagine della giustizia ne risente"
Di certo l’immagine della Magistratura non ne esce bene, dice Gobbi, sottolineando l’importanza di garantire il buon funzionamento della giustizia. “Dobbiamo capire che il Tribunale penale cantonale è un organo giudiziario molto visibile, ma non è tutta la giustizia: i magistrati sono oltre 100 nel Canton Ticino, tra procuratori pubblici, pretori distrettuali, giudici civili, penali, amministrativi. Alcune persone non sono dunque l’intera giustizia. Sicuramente questa situazione non fa del bene all’immagine della giustizia, ma deve fare capire che i magistrati, in qualsiasi ruolo, sono persone con i loro pregi e i loro difetti”.
Il procedimento su Ermani
Sul procedimento disciplinare ancora in corso nei confronti Mauro Ermani, presidente del Tribunale penale cantonale, Gobbi invece non si pronuncia. “Dobbiamo attendere il termine di questa procedura”.
Dadò: “Aspettavamo una decisione ed è bene che sia arrivata”
Dal canto suo Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione giustizia e diritti, ha spiegato che il caso è già stato discusso all’interno della Commissione in una riunione straordinaria, così come con Gobbi. Resta comunque la sorpresa di fronte a questa decisione. “Evidentemente si resta scioccati. C’è da chiedersi a che punto siamo arrivati”. Lunedì ci sarà un’audizione del Consiglio della magistratura e i commissari chiederanno delle “informazioni supplementari a quelle che disponiamo in questo momento”, aggiunge Dadò. Rimane comunque la preoccupazione per il buon funzionamento della giustizia. “Ci sono dei processi, ci sono dei detenuti, c’è gente che aspetta di essere giudicata e c’è gente che aspetta delle sentenze. La preoccupazione è che tutta la Magistratura possa funzionare bene. Di questo ne parleremo lunedì. Ce lo aspettavamo? Ci aspettavamo una decisione e da questo punto di vista è un bene che questa decisione sia arrivata”.