Ticino
Ha la patente brasiliana e italiana, non le può usare
Ha la patente brasiliana e italiana, non le può usare
Ha la patente brasiliana e italiana, non le può usare
Redazione
7 anni fa
Il TF ha respinto il ricorso di un 63enne italiano che si era sottoposto a una corsa di controllo: "Guida pericolosa e inadeguata"

Nulla da fare per un 63enne cittadino italiano, residente in Ticino da 4 anni, che voleva convertire le sue patenti di guida brasiliana e italiana per poter circolare in Svizzera. Dopo un lungo iter giudiziario conclusosi davanti al Tribunale federale l’uomo si è infatti ritrovato con un pugno di mosche in mano.

La vicenda risale ormai a inizio 2015, quando il 63enne aveva appunto chiesto la conversione della sua patente brasiliana. La Sezione della circolazione, rilevato che era stata conseguita in un Paese non corrispondente a quello della sua nazionalità, aveva stabilito di poterla considerare solo qualora dimostrasse di averla ottenuta durante un soggiorno di almeno 12 mesi consecutivi in Brasile. Venuta a conoscenza dell'esistenza della patente italiana, lo aveva invitato a voler convertire quest’ultima evidenziando che non sarebbe stata necessaria una corsa di controllo non ripetibile che, in caso di esito negativo, avrebbe comportato il divieto di utilizzare la sua patete brasiliana in territorio elvetico .

L'interessato aveva risposto di “non avere né tempo né motivo” per chiedere il rinnovo di quella italiana, che gli era stata rubata in Spagna, e aveva deciso di sottoporsi comunque alla corsa di controllo. La prova aveva dato esito negativo a causa "delle debolezze mostrate dal ricorrente sotto il profilo dell'osservazione della circolazione, della tattica di guida, del rispetto delle procedure di circolazione e delle manovre" e pertanto gli era stato vietato di utilizzare la patente brasiliana in Svizzera. Qualche mese dopo il 63enne aveva chiesto di rilasciargli la licenza di condurre svizzera producendo quella italiana, nel frattempo ritrovata. Richiesta prontamente respinta dalla Sezione della circolazione, che gli aveva vietato di usare anche quest'ultima, e confermata su ricorso sia dal Consiglio di Stato sia dal Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) il 31 luglio 2017.

Il 63enne si era così rivolto in ultima istanza ai giudici di Mon Repos, lamentando di essere stato sottoposto arbitrariamente a un esame pratico da conducente e non a una semplice corsa di controllo. La Corte federale ha però respinto la sua tesi, confermando la decisione del TRAM. Il comportamento del ricorrente, si legge nella sentenza del 13 giugno scorso, si è rivelato “pericoloso e inadeguato, in particolare riguardo alle evidenti lacune circa l'osservazione della circolazione”. Il TF ha inoltre rammentato che a un conducente che non supera una corsa di controllo debba essere vietato l’uso di tutte le licenze estere in suo possesso “allo scopo di allontanare dalla circolazione, per ragioni di sicurezza, quelli che non hanno comprovato la necessaria capacità di condurre”. Non è pertanto “per nulla arbitraria” la conclusione di negare la ripetizione della suddetta corsa, mentre “al ricorrente rimane aperta la possibilità di chiedere una licenza per allievo conducente”.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata