È una delle notizie del giorno nella politica ticinese: le dimissioni di Evaristo Roncelli da co-vicepresidente del Partito socialista ticinese hanno provocato un terremoto in casa Ps. "Ho appreso la notizia dai media", ha confessato a Ticinonews la co-presidente Laura Riget. "Umanamente è stato un grande dispiacere, ma credo che fosse un atto dovuto". Queste parole si sono riviste nel comunicato stampa con il quale, nel tardo pomeriggio, i due co-presidenti del Ps (Fabrizio Sirica e Laura Riget) hanno preso posizione sulle dimissioni di Roncelli.
"Ho annunciato le mie dimissioni per iscritto, prima di comunicarle alla stampa", precisa Roncelli, da noi intervistato. Tuttavia, "non ho avuto un contatto diretto (con Sirica e Riget, ndr), anche perché in occasione del nostro ultimo contatto il clima era più disteso". La situazione è quindi cambiata "giovedì scorso, quando è arrivato il loro scritto, dove si parlava di fuoco amico e di altre cose forti". Nella lettera trasmessa alla base del partito, in sostanza, i due presidenti facevano appello all'unità del Ps di fronte alle discussioni interne sulla composizione della lista congiunta con i Verdi per il Consiglio di Stato. Le tensioni, nel ritratto che viene eseguito dall'ormai ex vicepresidente del Ps, si sono quindi accumulate: "Pensavo si fosse arrivati a un clima più disteso, invece si è ricominciato a usare parole forti. Questo credo faccia male alla discussione interna e alla libertà di espressione di ognuno di noi".
"Il modo" come fattore di tensione
"Non è solo la questione delle liste, sebbene anche su quella chiedevano (Riget e Sirica, ndr) il silenzio", commenta il nostro interlocutore. Nella sua lettera di dimissioni, Evaristo Roncelli elenca i punti di divergenza di visione con il partito: si parla di contrarietà all'iniziativa contro l'allevamento intensivo, all’utilizzo degli utili della Bns per l'Avs e il sostegno al prolungamento dell'orario di apertura dei negozi. Chiediamo a Roncelli se, alla luce di queste differenze e delle dimissioni, stia considerando anche di abbandonare il Partito socialista. “Mi riconosco nei valori di un socialismo democratico”, decide di rispondere. “Che non riconosco, spesso, sono alcune posizioni, ma soprattutto il modo e il dialogo usati per assumerle", condanna Roncelli. "Sull'iniziativa allevamento intensivo, per esempio, possono essere giustificabili entrambe le visioni, non è giustificabile, invece, l'imposizione perenne di una visione unica. Se poi parliamo degli utili Bns, come economista ritengo che non sia la via migliore procedere a usare risorse che dovrebbero servire per controllare l'andamento dei prezzi per politiche di carattere sociale. A quel punto è più corretto procedere su un aumento dell'aliquota dell'imposta federale invece che cercare degli escamotage”.
L'intervista completa a Evaristo Roncelli