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Telefoni che suonano incessantemente, il via vai dei clienti, i consigli strategici per stuoli di innamoranti indecisi fra rose, ranuncoli, tulipani, gigli o gerbere. È la fotografia tipica della giornata di San Valentino per la maggior parte dei fioristi ticinesi. Ventiquattro ore che rappresentano uno dei picchi di lavoro annuali, anche per il Fiori e Giardini Cavalletti di Bellinzona, un’istituzione del settore da 145 anni.
Dalla tradizione all’innovazione
“Oggi sta andando bene, abbiamo avuto una bella varietà di clientela”, ci dice Marzia Regazzi, vicepresidente dell’Associazione dei fioristi ticinesi, la quale ci ha confermato che la tendenza nel mondo dei fiori a San Valentino è la classica rosa rossa. “Tuttavia”, prosegue, “il linguaggio dei fiori vuole che sia il tulipano rosso a simboleggiare l’amore eterno”. Quello che è stato notato in negozio è il fatto che le donne si guardano maggiormente in giro e scelgono qualcosa di più particolare. “L’uomo va invece sul classico, quindi rose rosse o su un mazzo di fiori misti. È anche curioso vedere come la scelta di un fiore da parte di un uomo influisce anche sulle scelte di altri acquirenti presenti”. Insomma, tendenze che si ripetono, altre invece che si rinnovano. Su tutte, oggi, non è più sempre l’uomo a regalare fiori alla sua bella. “Le donne interpretano San Valentino piuttosto come una festa dell’amicizia, quindi si considerano anche le persone a cui si vuole bene e non solo il proprio partner”.
Solo 8 apprendisti fioristi in tutto il Cantone
Eppure, San Valentino a parte, il quadro per il settore non è tutto rose e fiori. La prima grande sfida, ci spiega sempre Regazzi, è il crollo di giovani apprendisti desiderosi di imparare la professione. Ad oggi sono infatti solo 8 in tutto il Ticino. “Noi siamo una delle aziende formatrici, e ne abbiamo sempre avuti. Alcuni hanno però deciso di interrompere la formazione, sia per motivi personali o per esperienze negative”. In questo senso, è necessario ricorrere a professionisti di altri Cantoni? “Una volta c’era effettivamente la tendenza di rivolgersi alla Svizzera Interna, ma oggi ci si rivolge anche oltreconfine”.
Fino a 20 franchi per una singola rosa rossa
A questo si aggiunge un mercato all’insegna di costi in aumento. Conseguentemente, le spese di produzione e filiera in generale si riflettono sul prodotto finale, portando a un impoverimento generale dell’offerta. “Le difficoltà principali riguardano la mancanza di serietà da parte di alcuni negozi, che purtroppo non guardano più alla qualità, ma solo alla quantità. Inoltre, hanno prezzi stracciati e non capiamo come fanno a sopravvivere in queste condizioni”. Ma quando costa una rosa col gambo lungo? “Ad oggi si paga in media 15 franchi, ma può arrivare anche fino a 18 o 20. Dipende se si vogliono decorazioni o biglietti. Un tulipano costa invece sui 3-4 franchi. Ma in generale abbiamo notato che i nostri stessi fornitori hanno aumentato i prezzi, siamo consapevoli e ci adattiamo”.