"Siamo preoccupati per le recenti proteste avvenute a Lugano da parte di un gruppo di tassametristi privati che ha scelto di ignorare completamente le leggi e i regolamenti stabiliti per il nostro settore di attività". È un estratto della presa di posizione di Luca Quadri, presidente di Taxi Autorizzati della Città di Lugano, a seguito della protesta avvenuta settimana scorsa a Lugano. Una nota stampa scritta per "esprimere le proprie opinioni in modo cortese e informativo, al fine di garantire una comprensione completa della situazione a tutti i cittadini di Lugano".
La differenza "tra noi e loro"
"Noi autorizzati, a differenza loro, abbiamo ottenuto le nostre autorizzazioni attraverso un concorso pubblico che ha coinvolto professionisti selezionati in base alle loro credenziali". Dopo un esame scritto e una graduatoria, ma soprattutto un iter durato circa 13 anni, "abbiamo finalmente ottenuto l'autorizzazione, che ci consente di operare legalmente e in modo professionale sul suolo pubblico della città a partire dall'estate 2023", continua a spiegare Quadri. Il presidente ricorda anche come "il concorso era aperto a tutti, compresi i taxi privati che protestavano, ma sembra che questa opportunità non sia stata colta o addirittura evitata da coloro che manifestavano".
Taxi che prendi, tariffa che trovi
I taxi autorizzati dalla Città, come prevede la relativa ordinanza municipale, operano "seguendo tariffe e orari stabiliti dal Comune e hanno la possibilità di fornire il servizio su stazionamenti designati, garantendo un servizio affidabile e uniforme per i cittadini". Al contrario, i taxi privati, pur essendo titolari di una ditta individuale, "non hanno il diritto di prendere clienti dalla strada e devono operare esclusivamente su prenotazione telefonica". Ma questa non è l'unica differenza, perché Quadri sottolinea come anche le tariffe per le varie corse cambino a dipendenza del taxi utilizzato dall'utenza. "Mentre i veicoli autorizzati applicano tariffe congrue e trasparenti, alcuni privati hanno fissato prezzi notevolmente superiori, a volte doppi". Una discrepanza che per il presidente "crea confusione e solleva questioni di equità e rispetto delle regole stabilite".
L'esempio concreto
Per quanto riguarda le differenze a livello di tariffe, il presidente cita anche un esempio: "Immaginiamo una situazione in cui un cittadino utilizza un taxi autorizzato per recarsi dal proprio domicilio al centro città e paga 22 franchi". Successivamente, "prende un taxi privato parcheggiato abusivamente per il ritorno a casa e si trova a doverne pagare 40". Una discrepanza che "non solo crea confusione, ma solleva anche questioni di equità per i cittadini di Lugano, oltre che danneggiare l’immagine della categoria". Per questo, Quadri afferma che Taxi Autorizzati della Città di Lugano "non può accettare che la popolazione sia esposta a tariffe esagerate da parte di alcuni operatori privati, considerato che questa discrepanza può risultare ingiusta e fuorviante per gli utenti".
L'appello ai luganesi
Citando la legge sul libero commercio Quadri, sul finire della nota, spiega come tutti possano offrire servizi di trasporto professionale di persone (rispettando i requisiti legali richiesti), ma "la partecipazione a un concorso pubblico, il superamento di un esame e il rispetto delle normative vigenti sono requisiti fondamentali per operare come taxi sulla strada pubblica nella città di Lugano, come in qualsiasi altro luogo nel mondo, dove è necessaria una licenza per garantire standard qualitativi e di sicurezza elevati". Per questo l'invito -prima di discutere della "guerra dei Taxi" sulle rive del Ceresio - è quello di "consultare l'ordinanza municipale" e cercare di comprendere "la differenza tra i taxi autorizzati, che operano nel rispetto delle normative locali, e i privati che dovrebbero attenersi al regolamento di lavorare su prenotazione telefonica, senza pretendere di agire sulla strada come avviene da sempre".