I sindacati parlano di un bluff, di una messa in scena del Casinò di Mendrisio per celare le reali intenzioni della disdetta del contratto collettivo con l'Ocst dal 2026. La decisione è stata motivata nei giorni scorsi dalla direzione perché non più giustificata dai tempi, si legge su un’intervista a Gioconews. Per i sindacati, che oggi hanno incontrato la stampa davanti al Casinò Admiral, le cose non stanno proprio così. "Sicuramente è una decisione che lascia l'amaro in bocca", commenta Nenad Jovanovic, vicesegretario regionale dell'Ocst. "Rispetto alla legge, il contratto collettivo dà delle norme imperative di diritto molto migliorative per il personale rispetto. Temiamo che con la fine del Ccl le condizioni di lavoro peggiorino".
Come in passato
I Casinò di Locarno e Lugano hanno rescisso il Ccl già da un po’. Le preoccupazioni per Mendrisio si basano su quanto osservato in passato, specifica Vincenzo Cicero di Unia: "Abbiamo già visto un peggioramento delle condizioni con le decisioni di questa dirigenza presso il Casinò di Lugano, con tagli salariali fino al 30%, licenziamenti e contratti precari". L'attuale direttrice della casa da gioco di Mendrisio è stata a capo del Casinò di Lugano dal 2015 al 2020.
"Licenziate le voci più critiche"
I sindacati non si dicono rassicurati dal fatto che la direzione, da noi contattata, abbia spiegato che il passaggio al regolamento aziendale manterrà tutte le condizioni contrattuali migliorandone anche alcune. "Un regolamento può essere modificato in qualsiasi momento", chiosa Jovanovic. Di qui la richiesta, già formulata, di realizzare un contratto aziendale. Una rivendicazione che, secondo Unia, ha portato la direzione a usare il pugno di ferro, "andando a licenziare in maniera scientifica - afferma Cicero - le voci più critiche, inclusi i delegati sindacali. Ci sono ronde di alcuni responsabili che parlano di guerra con i sindacati". Il sindacalista di Unia non esita a parlare "di un clima di terrore che si sta creando qui dentro e che lascia presagire un futuro buio senza una tutela contrattuale".
Sei licenziamenti in sei mesi
La direzione della casa da gioco di Mendrisio conferma di avere effettuato sei licenziamenti negli ultimi due mesi. Ne dà però una motivazione diversa, citando le performance dei dipendenti e le abitudini cambiate della clientela. A titolo di esempio, il settore dei tavoli, nell’ultimo anno, ha perso il 19%, mentre è aumentato quello delle slot. Ci sono pure state delle assunzioni, dettate anche dal fatto che nei prossimi mesi dovrebbe arrivare il via libera per l’online. Il tutto per una cifra d’affari di oltre 70 milioni che per i sindacati, appunto, non giustifica la politica aziendale. Quali dunque i prossimi passi? "Dato che la disdetta è arrivata con largo anticipo, avremo un tempo utile per sederci al tavolo con la direzione e vedere se si potrà tornare indietro su questa decisione", risponde Jovanovic.
E Lugano e Locarno?
Come detto, Locarno e Lugano sono già orfani del contratto, rinnovato nel 2018 con diverse migliorie per quanto riguarda ad esempio la conciliabilità. Saranno coinvolti anche loro? "Lì non c'era una rappresentanza sindacale forte come a Mendrisio, in questo momento", dichiara Cicero, che conclude: "I sindacati si muovono dove ci sono dei lavoratori che si fanno coinvolgere".