Occhi puntati sull'insediamento di Donald Trump questa mattina, con i principali quotidiani ticinesi che hanno dedicato ampio spazio al suo primo discorso e alle prime decisioni prese.
"Un poker d'assi che non si vedeva da tempo"
Paride Pelli, direttore del Corriere del Ticino, fa notare la velocità con cui il presidente USA è andato subito all'attacco: "In realtà si era già insediato dopo la sua vittoria elettorale del 5 novembre scorso. Da quel giorno, senza andare troppo per il sottile, il tycoon ha progressivamente marginalizzato Joe Biden in difficoltà e ha iniziato subito a dettare la linea per i quattro anni del suo mandato (...). Di fatto, nelle ultime settimane, i leader occidentali si sono recati più a Mar-a-Lago che a Washington. Segnale di quanto è e sarà forte questa presidenza". Dal punto di vista interno, continua Pelli, "ora Trump controlla la Casa Bianca, i due rami del Parlamento e la Corte costituzionale. Un poker d’assi che non si vedeva da tempo". Anche il Partito repubblicano, aggiunge, "è stato rimodellato a sua immagine e somiglianza. Tutto questo si tradurrà in una politica interna che tenterà di frenare quel declino economico e sociale che molti americani iniziavano a sentire direttamente sulla propria pelle. Ma se la dottrina economica del presidente", specifica, "non dovesse avere un effetto positivo su tutto il Paese, vorrà dire che l’America si ritroverà, al prossimo giro elettorale del 2028, ancora più divisa che in passato, con tutti i rischi del caso”.
"Equilibrismo schizofrenico di chi prova a tenere tutto insieme pur contraddicendosi di continuo"
Su La Regione, invece, Roberto Scarcella ha messo l'accento sulle contraddizioni del neo presidente. L'età dell'oro, evocato dal presidente nel suo discorso, "è un mito che prende la realtà e la deforma a tal punto da dover essere collocata in un lontano passato per concederle un minimo di credibilità", fa notare il giornalista. "Trump, che della credibilità se ne infischia, invece la colloca domani, anzi già oggi - per non dire ieri, giorno del suo ritorno alla Casa Bianca - come se bastasse la sua presenza per migliorare la vita degli americani e, per estensione, di tutta la comunità internazionale, che - è evidente - il presidente degli Stati Uniti considera niente più che un'estensione del suo Paese che si è presa troppe libertà e va ricondotta all'ordine". Sulle promesse elettorali, Trump le manterrà e "questo è sicuramente un male, visto il tipo di promesse", prosegue Scarcella. "Ma anche un bene, perché è una lezione per chi si autoproclama paladino del cambiamento e poi, quando arriva al potere, tergiversa". Del suo discorso, continua, "ha colpito l’equilibrismo schizofrenico di chi prova a tenere tutto insieme pur contraddicendosi di continuo".