Sanità
Il Consiglio di Stato invita a dire di “no” all’EFAS
©Gabriele Putzu
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Redazione
16 ore fa
L’Esecutivo condivide gli obiettivi generali della riforma, che ritiene tuttavia "inadeguata e persino controproducente" per il nostro cantone.

In vista della votazione federale del 24 novembre 2024, il Consiglio di Stato desidera prendere posizione invitando la popolazione ticinese a respingere il progetto di finanziamento uniforme delle prestazioni nel settore sanitario (EFAS). Il Governo condivide gli obiettivi generali della riforma, che tuttavia “risulta inadeguata e persino controproducente per il nostro cantone, con un importante aggravio a carico delle finanze pubbliche”, si legge in una nota dell’Esecutivo.

"Difficile un impatto positivo sui premi"

L’introduzione della riforma EFAS porterebbe con sé un cambiamento fondamentale nel concetto di finanziamento del sistema sanitario svizzero. L’obiettivo di tale cambiamento è di eliminare gli incentivi a fornire le prestazioni in regime stazionario, favorendo le cure ambulatoriali e promuovendo così un contenimento dei costi della salute. Da un punto di vista puramente finanziario, per il Ticino questa riforma "comporterebbe però un importante aggravio per le finanze cantonali, stimato dalla Confederazione sulla base dei dati del 2019 in circa 60 milioni di franchi l’anno, destinati a lievitare. Ben difficilmente questa maggior partecipazione cantonale alla spesa sanitaria si ripercuoterà in termini positivi sui premi di cassa malati".  

Le criticità evidenziate

Un altro punto debole della riforma è che i Cantoni – malgrado siano chiamati a contribuire finanziariamente anche alle prestazioni ambulatoriali – "non otterranno il diritto di controllare le fatture emesse dagli operatori del settore, che resterà di competenza degli assicuratori malattia". Il nuovo sistema, pertanto, "renderà difficile per i Cantoni verificare e legittimare l’utilizzo delle loro risorse fiscali, mentre il principio della riforma potrebbe essere meglio raggiunto attraverso l’adeguamento dell'Ordinanza sulle prestazioni (OPre) e l’implementazione di opportune verifiche". Alla luce di queste considerazioni, il Consiglio di Stato non ritiene che questa revisione legislativa – probabilmente la più ampia dall’introduzione della LAMal – possa contribuire in maniera significativa al miglioramento del sistema sanitario e della sua sostenibilità finanziaria, né sia di particolare interesse per il nostro Cantone – che risulterebbe tra i più toccati in termini di aggravio finanziario. Il Governo ticinese "invita quindi la propria cittadinanza a votare 'no', in occasione della votazione federale del 24 novembre".

 

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