Ticino
Il Gran Consiglio respinge il drug checking
Il Gran Consiglio respinge il drug checking
Il Gran Consiglio respinge il drug checking
Redazione
8 anni fa
Solo i partiti di sinistra hanno sostenuto la mozione di Tamara Merlo, ereditata da Savoia

Il Gran Consiglio ha respinto questo pomeriggio la mozione “Miglior controllo del mercato delle droghe illegali e una vera strategia di riduzione del danno nel campo del consumo delle sostanze stupefacenti: il testing”, presentata da Sergio Savoia ed ereditata poi da Tamara Merlo. La mozione chiedeva, in sintesi, di valutare la creazione di un gruppo di esperti per valutare il drugcheking, una misura per la riduzione del danno nelle persone che consumano droghe. "Nonostante i divieti - ha affermato la Merlo - il consumo di sostanze psicoattive è una realtà sociale. Il drugchecking è una misura di attuazione della riduzione del danno e dell'aiuto alla sopravvivenza".

"Le sostanze vengono dal mercato illegale e chi le compra non sa nè cosa compra nè in che quantità. Solo un'analisi può dare queste informazioni e aiutare i consumatori ad assumere comportamenti più responsabili. L'80% della cocaina a Zurigo è tagliata con sostanze psicoattive dannose per la salute. Con le analisi il consumatore può rendersi conto della pericolosità del suo comportamento. Il drugchecking si muove in questo senso, rendendo chiari i rischi ai consumatori". Dove si fa il drugchecking? "A Berna e Zurigo, e in altre città svizzere si sta valutando se inserirlo - ha continuato la Merlo - . A richiederlo non è solo il consumatore, ma anche le famiglie, i docenti e gli operatori. È una misura che consente di diminuire i rischi a corto e a lungo termine". 

La mozione è stata respinta sia dalla Commissione sanitaria, sia dalla maggioranza dei partiti. Solo la sinistra, con PS, PC e MPS, l'hanno infatti sostenuta.

Ecco le prese di posizione dei vari gruppi:

Giorgio Galusero (PLR), relatore Commissione sanitaria: "La signora Merlo si è dimenticata di dire che queste pastiglie fanno male in ogni caso. E lo Stato con il drugchecking non fa altro che dire al consumatore, "va bene puoi consumarla perchè non ci sono veleni". In Ticino non c'è la massa critica, non ci sono le manifestazioni rave o gli eventi grossi di Zurigo. C'è anche un aspetto finanziario che non bisogna mettere sotto il tappeto. Vuol dire munirsi di un furgone con un laboratorio. Bisognerebbe invece fare come nella farmacovigilanza e avere una rete d'informazione con Zurigo visto che le pastiglie passano di lì, il secondo invito è che in Ticino venga praticata la segnalazione a chi opera nella scuola, nella sanità, nella polizia e nella giustizia. Qui stranamente questa possibilità è latitante".

Leila Guscio (Lega): "Una tale proposta era già stata respinta in passato. Berna e Zurigo sono differenti dal Ticino e qui manca la massa critica. Già c'è un'associazione che si occupa d'informazione. Esiste già danno.ch che informa e offre consulenza. La creazione di un servizio di drugchecking è superflua". 

Lorenzo Jelmini (PPD+GG): "La Commissione sanitaria invita - per i motivi che sono già stati elencati - a respingere la mozione. Sono limiti e dubbi giustificati.  Manca inoltre l'evidenza scientifica che questo tipo di servizio serva realmente a ridurre i danni. Non bisogna dimenticare che spesso non è possibile testare tutte le sostanze in tempi brevi anzi sono necessari diversi giorni. Questo non significa non volersi occupare della riduzione del danno, ma è un obiettivo che può essere inseguito tramite altri strumenti".

Gina La Mantia (PS): "Aumentare la competenza al consumo è uno degli scopi del drugchecking, ma c'è anche l'aspetto della prevenzione. Si crea un ambito privilegiato per dialogare con i consumatori e questo è molto importante. Sia il messaggio del Consiglio di Stato che il rapporto della commissione, dicono che le altre regioni sono profondamente diverse dal Ticino, una sorta di Röstigraben per il consumo della droga che però non trova nessun riscontro scientifico. In Ticino manca la volontà politica per affrontare il tema". 

Sergio Morisoli (La Destra): "Tolleranza zero, non vogliamo che figli e ragazzi vadano al negozio scegliendo la droga che non gli fa male. Non possiamo spacciare bene ciò che è male. Vediamo cosa ci dicono i genitori con figli con problemi con la droga cosa dicono. Saremmo comunque sempre in ritardo sulle sostanze che fanno male. Non è assolutamente necessario che si introducano altre opportunità per creare altri danni". 

Massimiliano Ay (PC+MPS): "Per una volta il Ticino dovrebbe essere il primo e buttarsi nel drugchecking. Offrire questo test nel Canton Ticino diventa una necessità come già avviene a Berna e Zurigo. Consiglio ai colleghi di fare un giro su danno.ch per vedere il numero enorme di sostanze illegali sul mercato oggi. Non significa che assumendo sostanze pure non ci siano rischi. Sulle sostanze, sulle dosi, sui rischi e sui danni occorre potersi informare con esperti. Questo è uno dei primi passi per avere coscienza delle proprie azioni. Bisogna guardare in faccia alla realtà ed è estremamente probabile che in ambito di feste i giovani provino queste droghe e allora bisogna mettere in piedi una vera strategia di riduzione del danno". 

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